Ancora sbarchi, ma quel che è peggio ancora vittime: dopo la tragedia di due settimane fa, costata la vita a 750 persone, altri 10 corpi di naufraghi sono stati rinvenuti nei giorni scorsi durante altri arrivi, sempre nel canale di Sicilia.
Il numero di profughi ha raggiunto livelli elevatissimi nell’ultimo week end: sono circa 7mila i rifugiati, mentre i mezzi di soccorso nelle ultime 48 ore hanno intercettato decine di barconi e gommoni, salvando circa 5.800 migranti, di cui oltre 3.500 nella giornata di sabato. Domenica un’altra ondata di oltre 2mila persone è stata salvata a bordo di 8 gommoni e 5 barconi: 370 di questi sono stati caricati a bordo dei mercantili, oltre 700 sulle navi della Marina Militare di Bettica, Borsini e Foscari. Il resto se lo sono “divisi” quasi in parti uguali la Guardia Costiera, i pattugliatori della Guardia di Finanza e un Moas battente bandiera maltese.
Poi c’è anche chi, con una barca con 40 persone a bordo, è arrivata a Lampedusa da sola. 3 gli scafisti finora posti in stato di fermo.
Nel frattempo le proteste per gli ingressi si manifestano anche altrove: a Cellole (in provincia di Caserta), i cittadini hanno protestato vivacemente per l’arrivo di 24 immigrati africani, ospitati in una villetta del paese gestita dalla cooperativa sociale “Santa Croce”. Il sindaco della città, Aldo Izzo, si è dovuto presentare per riportare la calma. “Non possiamo opporci alla volontà e alle decisioni di organi di gran lunga superiori all’amministrazione comunale – ha dichiarato Izzo – l’unica cosa che possiamo fare è cercare di garantire la sicurezza pubblica, tranquillizzare i cittadini e fare in modo che i ventiquattro immigrati giunti a Cellole possano disporre dei beni di prima necessità e non vivere in condizioni pietose”.
Stelio Fergola