Continuano le indagini per fermare il presunto attentatore del mercato di Breitscheidplatz a Berlino, il ventiquattrenne tunisino Amis Amri. Stamattina sono state arrestate quattro persone dopo un blitz a Dortmund, Berlino ed Emmerich sul Reno. Località, quest’ultima, ubicata nel Nordreno-Vestfalia, in cui si ritiene che l’assassino fosse domiciliato, e dove è stato perquisito il centro profughi in cui viveva. Era circolata la notizia che potrebbero essere collegati ad Amri. Ma poco fa la procura generale federale della Germania ha smentito che gli arresti abbiano a che fare con il killer.
Nel frattempo ci sono state polemiche da parte dei media tedeschi per come le autorità hanno svolto le indagini. La Welt accusa la polizia di aver fatto partire in ritardo i blitz per semplici errori formali nelle disposizioni. La Bild invece rincara la dose sulla mancata espulsione del tunisino. Amri si era visto rifiutare la richiesta di asilo dalla Germania, ma non era stato espulso perchè la Tunisia non lo riconosceva come proprio cittadino.
Simili problemi si sono avuti anche quando l’Italia, primo paese europeo in cui Amri era arrivato, aveva provato a rimandarlo nel suo Paese. Nel frattempo, proseguono le analisi del DNA della giovane che si ritiene essere l’italiana Fabrizia Di Lorenzo. Va accertata definitivamente la sua identità.
A Berlino si è deciso, nonostante la tragedia, di riaprire il mercato dove è avvenuta la strage. Così hanno comunicato le aziende Schaustellerverband Berlin e AG City che lo gestiscono. La decisione è stata presa di concerto con le autorità berlinesi. Le illuminazioni e le musiche saranno però vietate in rispetto delle vittime. In loro onore saranno inoltre affisse due targhe sulla stessa Breitscheidplatz.