Una strage nel cuore di Bruxelles, consumata a colpi di arma da fuoco all’interno del museo ebraico, nel quartiere del Sablon, ha rotto il silenzio di queste ore in cui l’Europa varca le urne per eleggere i propri rappresentati in Parlamento.
Quattro le vittime della sparatoria avvenuta ieri pomeriggio intorno alle 16 a pochi metri dalla sinagoga che nel 1982 era stata oggetto di un altro attentato che aveva fatto 4 feriti, in una zona particolarmente frequentata anche dai turisti. I corpi senza vita di due donne, una delle quali con ancora in mano un depliant, e di un uomo di mezza età, poco distante, sono stati trovati all’interno del museo ebraico, mentre una quarta persona è morta dopo il ricovero in ospedale.
Tutto lascerebbe pensare, come dichiarato dal ministro dell’Interno belga, Joelle Milquet, ad un attentato antisemita.
Secondo le prime, approssimative, ricostruzioni rese note dalla stampa belga, un uomo, sceso da un’Audi nera parcheggiata in doppia fila nella centrale rue des Minimes, con in mano due zainetti, avrebbe esploso alcuni colpi d’arma da fuoco all’interno del museo ebraico. Dopo aver fatto fuoco contro le prime due vittime, l’ aggressore, forse aiutato da un complice, avrebbe continuato a sparare all’impazzata prima di risalire sull’auto e fuggire. L’auto sarebbe stata ritrovata nella tarda serata di ieri, alla periferia di Bruxelles, grazie all’aiuto di alcuni testimoni che avrebbero individuato il numero di targa al momento della strage.
Intanto la Procura di Bruxelles ha confermato che un uomo è stato fermato come “sospetto”. Parole di sgomento circa l’episodio che ha sconvolto ieri la città belga, capitale dei diritti e dei principi della democrazia europea, oltre che quartier generale della Nato, sono state espresse da politici, rappresentanti di istituzioni e associazioni, e da semplici cittadini.“È la prima volta dal 1945 che assistiamo a un attacco contro gli ebrei in questo paese” ha dichiarato il presidente delle organizzazioni ebraiche , Maurice Sosnowski, mentre il presidente della Commisione europea, José Manuel Barroso, si è detto “scioccato e rattristato”.
Il messaggio dei criminali non potrebbe essere più agghiacciante – è stato il commento di Efraim Zuroff, direttore del Centro Wiesenthal per la caccia ai criminali nazisti – spero che gli europei che devono ancora votare riflettano bene sul populismo”.
Samantha De Martin