HomeCronaca Attentati terroristici dell’ Isis in Tunisia e in Francia. Almeno 37 morti in una località balneare vicino Tunisi, una vittima nei pressi di Lione. Strage anche in una moschea sciita di Kuwait City

Attentati terroristici dell’ Isis in Tunisia e in Francia. Almeno 37 morti in una località balneare vicino Tunisi, una vittima nei pressi di Lione. Strage anche in una moschea sciita di Kuwait City

di Federico Capurso26 Giugno 2015
26 Giugno 2015

attentato_resort_tunisia_645L’ Isis torna a far sentire la sua voce di morte con tre gravissime azioni terroristiche in  Tunisia, in Francia e in Kuwait. A Sousse, notissima località balneare a pochi chilometri a sud di Tunisi i terroristi con due gommoni sono sbarcati improvvisamente sulla spiaggia sparando all’impazzata contro i dipendenti di due alberghi e dei turisti che  si trovavano in quel momento sotto gli ombrelloni: 37, almeno secondo un primo bilancio, i morti. Non ci sarebbe alcun italiano. In una cittadina dell’Isere, nei pressi di Lione, invece, un attentato kamikaze ha provocato una vittima. Altri 25 morti per un’esplosione in una moschea della capitale kuwaitiana.

La mattinata di terrore (dopo poco più di tre mesi dall’assalto al museo del Bardo che provocò 25 vittime) ) è iniziata in Tunisia, a Sousse, dove tre o quattro uomini armati di kalashnikov sono sbarcati sulla spiaggia di Kantaoui, sulla quale si affacciano numerosi resort turistici, aprendo il fuoco sulla folla. Mohamed Ali Laroui, portavoce del Ministero degli Interni tunisino, ha parlato di «almeno 30 morti» nell’attacco, compresi numerosi stranieri (quasi tutti europei) , e di diversi feriti tra i residenti dell’albergo.

«L’attentato – ha proseguito Laroui – si è verificato in due hotel», uno dei quale sarebbe il Riu Imperial Marhaba e il Bellevue. Da fonti tunisine si apprende anche che almeno uno dei terroristi è stato ucciso, ma l’operazione non è ancora conclusa.

E oggi anche la Francia è ricaduta nel terrore in seguito ad un altro attentato rivendicato dall’Isis; il terzo dai giorni di Charlie Hebdo e del supermercato kosher a Parigi. La firma non poteva essere più chiara: una decapitazione e la testa della vittima avvolta nella bandiera nera del Califfato.

Secondo le prima ricostruzioni, due uomini a bordo di un’auto hanno fatto irruzione nell’impianto “Air Products” di Saint-Quentin-Fallavier, a pochi chilometri da Lione. Il primo obiettivo sarebbero state le grandi bombole di gas prodotte dall’azienda. «Non abbiamo dubbi che volessero far saltare l’intero complesso industriale», ha dichiarato il presidente francese Francoise Hollande, rientrato in mattinata da Bruxelles.

È stato arrestato nel frattempo uno dei due presunti autori dell’attacco. L’uomo, Yassin Sahli, incensurato 35enne, spostato e con tre figli, era già noto ai servizi di sicurezza interni francesi. Nel 2006 era stato inserito dall’intelligence nella blacklist dei potenziali jihadisti. Lista dalla quale era poi stato rimosso due anni dopo. In stato di fermo anche un secondo uomo, individuato dalla polizia come l’autista della Ford Fusion che si è schiantata contro i serbatoi di gas dell’impianto nel tentativo di farlo saltare in aria. L’uomo è stato bloccato nella sua abitazione a Saint-Quentin-Fallavier e sono in corso perquisizioni.

E un altro gravissimo attentato viene rivendicato dall’Isis contro una moschea sciita a Kuwait City. L’attacco è avvenuto durante la preghiera del venerdì, il secondo di Ramadan, quando il luogo sacro era pieno. Il ministro dell’Interno dice che le vittime sono 25, i feriti 202. Secondo un  attivista per i diritti umani Abdelrahman al-Yusef, che ha parlato da Kuwait City all’Associated Press, tra i morti ci sono soprattutto uomini e bambini.

«Esiste – ha osservato Matteo Renzi da Bruxelles – un “tema Mediterraneo” per quello che riguarda la sicurezza. Lo dimostra anche quanto sta avvenendo in queste ore. Non si tratta più solo di attentati in grande stile, ma piccole cellule che si muovono con mezzi non particolarmente ingenti». L’intelligence italiana ha dunque annunciato di aver aumentato il livello d’allerta, «ma nessun segnale di allarme specifico per il nostro Paese». L’Unità di crisi della Farnesina, intanto, è al lavoro per verificare l’eventuale presenza di nostri connazionali nei resort colpiti.

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