I tifosi dell’Atalanta avrebbero assunto cocaina prima delle partite per poi compiere azioni violente. Questo è quanto emerge da una vasta operazione nel Bergamasco contro numerosi soggetti ritenuti responsabili di traffico e spaccio di droga, estorsione, rapina e resistenza a pubblico ufficiale. Le indagini, coordinate dalla Squadra mobile di Bergamo e dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, hanno riguardato in prevalenza gli ultras nerazzurri. Episodi passati come gli scontri del 16 gennaio 2016 dopo l’incontro Atalanta-Inter sono stati rilevanti elementi presi in analisi, insieme ai filmati della videosorveglianza degli stadi e le intercettazioni telefoniche.
L’operazione è stata chiamata ‘Mai una gioia’ da una frase che campeggiava sugli striscioni della tifoseria, ma anche un modo di dire tipico adottato come un mantra dalle stesse persone coinvolte. Le indagini, avviate nel settembre del 2015, hanno consentito di ottenere gravi elementi indiziari a carico di un gruppo di italiani, di un cittadino albanese e di uno serbo. Tra gli indagati figurano anche un settantatreenne e un sessantatreenne e il figlio del procuratore Bonanno. Le misure cautelari firmate dal giudice delle indagini preliminari riguardano essenzialmente una ventina di persone: per 11 si apriranno le porte del carcere, le altre 9 saranno sottoposte ad altri provvedimenti come arresti domiciliari e obblighi di firma.
«L’indagine ha evidenziato un’attività sistematica di spaccio da parte di alcuni ultras nei confronti dei supporter» ha affermato il direttore del Servizio Centrale Operativo della polizia, Alessandro Giuliano. Il modus operandi prevedeva infatti l’acquisto e la vendita di cocaina nei pressi o addirittura dentro lo stadio per poi procedere con condotte estreme una volta terminato l’incontro. Tuttavia, non è la prima volta che gli ultras neroazzurri finiscono al centro di vicende di cronaca nera e giudiziaria. Era il 2010 quando si svolse il processo a carico di 143 tifosi atalantini (fra cui anche alcuni ultras del Catania) che protestarono contro l’introduzione della tessera del tifoso. L’episodio incriminato fu l’assalto alla Berghem Fest di Alzano Lombardo ad agosto 2010. All’epoca 50 atlantini vennero condannati e 37 assolti.