La follia corre sul binario. Dopo settimane di disagi alle stazioni della metro A e B – in tilt per lo sciopero bianco dei macchinisti Atac, contrari all’aumento delle ore di lavoro – ieri sera la ferrovia Roma-Lido si è fermata per due ore e mezza nella tratta Eur Magliana-Piramide. Ma questa volta non è stata colpa di un guasto, ma della rabbia di 200 pendolari, che per protesta hanno invaso i binari della ferrovia all’altezza di Porta San Paolo.
Tutto inizia alle 19.30 quando i passeggeri, stanchi e stremati dal caldo, salgono sul treno in partenza alla banchina. Pochi minuti e dall’altoparlante della stazione avvertono che la corsa è sospesa: treno successivo non prima di 50 minuti. È il caos. I pendolari vengono fatti salire su un altro treno, già completamente sovraccarico. Stretti come sardine, in un’afa insopportabile, i viaggiatori non ne possono più. Scendono in massa dal mezzo e si riversano sui binari, bloccando ben quattro convogli. Alcuni di loro si scagliano contro il gabbiotto dell’Atac, inveendo contro i dirigenti e i macchinisti. Inutile l’arrivo della polizia: la situazione si sblocca solo quando l’azienda comunica ai pendolari l’attivazione di «un servizio bus di supporto Piramide-Acilia-Lido Centro».
Nell’Odissea dello sciopero bianco, in questi giorni il trasporto pubblico capitolino sta letteralmente collassando. Le metro continuano a viaggiare a rilento, a saltare le corse, o a non partire affatto, a causa del malfunzionamento dell’aria condizionata, problema che riguarda oltre il 60 per cento dei mezzi disponibili. Interminabili le attese alle fermate degli autobus, e sulla Roma-Lido non va meglio: la media è di 20 minuti. «La situazione sta diventando davvero esplosiva; delle 140 corse giornaliere si è giunti ad averne solo la metà – dichiara la consigliera di Sel Gemma Azuni – gli utenti sono giustamente esasperati e le campagne di delegittimazione e colpevolizzazione dei lavoratori non fanno che esacerbare gli animi distogliendo l’attenzione dai motivi veri del disservizio».
Azuni si scaglia contro i dirigenti dell’Atac ai quali sono stati anche erogati bonus per il raggiungimento di obiettivi di risanamento «che non si comprende quali possano essere, viste le condizioni in cui versa la linea ferroviaria: treni inadeguati e vecchi, poche corse, vagoni fatiscenti».
Il trasporto pubblico non può più aspettare, serve un intervento rapido affinché la Capitale torni alla normalità: rimandare ancora la ricerca di soluzioni, giocando con la vita dei pendolari, è troppo pericoloso.
Nino Fazio