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HomeCronaca Assenteismo in Sicilia, 42 persone indagate. Oltre 400 ore mai svolte

Assenteismo in Sicilia
42 persone indagate
oltre 400 ore mai svolte

Varie accuse contro i dipendenti

in undici già agli arresti domiciliari

di Francesco Muccino27 Novembre 2018
27 Novembre 2018

Il fermo immagine del video della Guardia di Finanza di Palermo mostra un 'furbetto del cartellino" in azione. Operazione della Guardia di Finanza contro 42 cosiddetti 'furbetti del cartellino": militari delle Fiamme gialle hanno posto agli arresti domiciliari undici dipendenti dell'assessorato regionale alla Salute di piazza Ottavio Ziino a Palermo, 27 novembre 2018. Altri undici hanno avuto notificato l'obbligo di firma e altri 20 sono stati denunciati in stato di libertà. Gli indagati, secondo l'accusa, grazie alla mutua collaborazione fra loro, tramite lo scambio dei badge e l'utilizzo improprio dei pc aziendali, riuscivano in modo sistematico ad attestare false presenze. Molti dipendenti mentre risultavano in servizio erano invece soliti recarsi a lavoro con circa 3 ore di ritardo, occuparsi di faccende private, come per esempio la spesa o il parrucchiere e in taluni casi andare anche fuori Palermo. ANSA/ GUARDIA DI FINANZA PALERMO +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++

Sono 42 gli indagati per una vicenda di assenteismo in Sicilia, tutti dipendenti dell’assessorato regionale alla Salute di Palermo, composto da 200 persone.

I militari delle Fiamme gialle hanno posto agli arresti domiciliari undici dipendenti. Altri venti sono stati denunciati in stato di libertà, mentre a ulteriori undici è stato notificato l’obbligo di firma.

Dopo varie indagini, iniziate già nel 2016, per la Procura di Palermo è “emersa una consolidata prassi di assenteismo ingiustificato con presenze fittizie debitamente e furbescamente certificate”.

Secondo l’accusa, i lavoratori riuscivano ad attestare false presenze collaborando strettamente tra loro, scambiandosi i badge e utilizzando impropriamente i computer aziendali, risultando così in servizio pur senza essere fisicamente presenti sul posto di lavoro. Almeno un dipendente su cinque ricorreva a questo inganno, e molti di essi si presentavano in ufficio anche con ore di ritardo, dopo aver svolto faccende private.

La Guardia di Finanza è riuscita a ricostruire i fatti facendo ricorso a microspie, pedinamenti in borghese e riscontri sul territorio, rilevando 400 ore attestate ma in realtà mai svolte.

“L’assessorato della Salute si costituirà parte civile nel procedimento e se dovessero ricorrere i presupposti avvierà le procedure di licenziamento per i dipendenti infedeli”, così ha commentato Ruggero Razza, assessore alla Regione Siciliana, che si dice “sicuro che i magistrati andranno in fondo per scoperchiare del tutto questa vergogna”.

Gli indagati sono accusati di truffa aggravata, accesso abusivo al sistema informatico e false attestazioni e certificazioni. Prosegue dunque la prassi dell’assenteismo in Italia: lo scorso settembre un fatto analogo si verificò a Massa Carrara portando a ventisei arresti.

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