NEW YORK – Inizierà martedì 19 settembre l’assemblea generale delle Nazioni Unite, che vedrà la partecipazione dei leader internazionali alla 78esima plenaria di New York. Previsto in apertura l’intervento del presidente americano Joe Biden, che prenderà parte anche al bilaterale con il Segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres. In partenza per il Palazzo di vetro, subito dopo il Consiglio dei ministri di lunedì, anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, che presenteranno al plenum il Piano Mattei per l’Africa come strategia di contrasto all’emergenza migratoria.
Il piano di accoglienza
Il coinvolgimento dell’Onu è “pienamente necessario”: queste le parole della premier, che illustrerà il progetto mercoledì 20, giorno del suo debutto alle Nazioni Unite. Tra le misure previste nel Piano Mattei c’è la gestione dei flussi attraverso la collaborazione con i paesi di partenza e transito dei migranti, oltre al rafforzamento del piano di gestione dei campi di prima accoglienza – da realizzare in concerto con le associazioni umanitarie sotto l’ala dell’Onu, come Oim e Unhcr. La premier ne parlerà a lungo anche a margine dell’assemblea, nel bilaterale con il segretario Guterres.
La posizione di Metsola
Sull’ampliamento della strategia di accoglienza insiste anche Tajani, che sulla migrazione parla come di “un fenomeno che non può essere risolto solo a livello europeo”. E sull’emergenza umanitaria in atto nel Mediterraneo, anche per la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola: “Abbiamo delle proposte legislative sul tavolo. Ora dobbiamo passare dalle parole ai fatti. Servono azioni concrete quando parliamo della politica dei rimpatri”.
Gli altri dossier
Oltre al dossier sull’emergenza migratoria, sono diversi i temi di mediazione sull’agenda del Palazzo di Vetro: dal conflitto in Ucraina (con il portavoce del Cremlino che spinge verso una riforma del Consiglio di sicurezza Onu) fino al rischio epidemico dovuto all’alluvione in Libia. Tra questi anche il delicato colloquio tra il segretario di Stato statunitense Antony Blinken e il vicepresidente della Repubblica popolare cinese Han Zeng, che potrebbe aprire a un futuro incontro tra l’inquilino della Casa Bianca e il presidente cinese Xi Jinping, come già ipotizzato nell’incontro tra il consigliere di Stato americano Jake Sullivan e il capo della diplomazia cinese Wang Yi tenutosi a Malta il 16 e 17 settembre.