Da tempo gli attacchi di Eraclito Corbi – direttore ed editore del Corriere Laziale – contro l’Ordine dei giornalisti e l’Associazione stampa romana sono diventati l’emblema delle difficoltà di enti e istituzioni della categoria a far rispettare le norme contro lo sfruttamento degli aspiranti giornalisti, quasi sempre giovanissimi, costretti a lavorare gratis per testate locali con la promessa di ottenere il tesserino (pubblicisti).
Corbi non è l’unico, ma semplicemente l’ultimo di una lunga serie. Eppure il suo caso è esemplare, e da settimane tiene banco iper una serie di attacchi contro Bruno Tucci (Ordine dei giornalisti del Lazio), Enzo Iacopino (Ordine nazionale) e Paolo Butturini (Asr) . Tutti fatti oggetto di insulti da Corbi dalle pagine del suo giornale. A loro proprio due giorni fa ha manifestato solidarietà il consiglio direttivo di Stampa romana
Corbi, alla fine del 2012, è stato sospeso per 12 mesi dall’Ordine regionale del Lazio, con l’accusa di aver sfruttato per anni i collaboratori della sua testata non pagandoli e promettendo loro, a fronte di un impegno spesso quotidiano, soltanto il tesserino da pubblicista, cioè qualcosa spettava loro di diritto. Il tutto, ” in aperta violazione della clausola di solidarietà (articolo 2 della legge istitutiva dell’Ordine) e soprattutto, da quando è in vigore, della Carta di Firenze”. La lista delle violazioni commesse da Corbi però, è lunga. Da sempre infatti, il padre padrone del Corriere Laziale si oppone al riconoscimento della rappresentanza sindacale dei giornalisti nel quotidiano. Cosa per la quale l’Asr l’ha segnalato alla magistratura per comportamento antisindacale (ancora in attesa di giudizio).
Corbi, nonostante la sospensione dall’Ordine sia stata a sua volta sospesa per decisione (a maggioranza) del consiglio nazionale, di cui Corbi è membro, per tutta risposta ha ripetutamente attaccato tutti dalle pagine del suo giornale, definendo il provvedimento firmato da Tucci «al di fuori di ogni potere, viziato da illegittimità, sviamento ed eccesso di potere>, . Su di lui pendono numerosi ricorsi, e decine di testimonianze delle violazioni alle nomre stabilite dall’organo di rappresentanza della categoria.
