L’offerta per acquisire il controllo di Autostrade per l’Italia è pronta. Il consiglio di amministrazione di Cassa depositi e prestiti, ente pubblico controllato al 70% dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e al 30% da diverse fondazioni, si è riunito sia ieri che oggi con l’obiettivo, salvo eventuali sorprese, di formalizzare un’offerta. Sul piatto 9 miliardi di euro per rilevare l’88% di Aspi, oggi in mano ad Atlantia, holding controllata per il 30% dal gruppo Benetton, che valuterà l’offerta entro questa settimana.
Lo scorso luglio l’ex presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, aveva obbligato Atlantia a cedere Aspi alla Cdp, per arginare quella ferita aperta dal crollo del ponte Morandi a Genova, nell’agosto del 2018. Il prezzo dell’operazione andrebbe a inglobare i rischi che derivano dal crollo del ponte genovese e la somma verrebbe pagata in due tranche (il 75% subito, il resto spalmati in tre anni). Garantirebbe alla società controllata dai Benetton un’importante plusvalenza, dal momento che Atlantia, secondo la famiglia stessa, ha un valore di sei miliardi. Il nodo è rappresentato dagli investitori esteri, che vorrebbero almeno 2/3 miliardi in più rispetto all’offerta pubblica, tesi sostenuta soprattutto dal fondo britannico Tci, secondo azionista con il 10%.
Intanto nell’ultima settimana le azioni di Atlantia mostrano un andamento migliore rispetto al paniere complessivo del Ftse Mib. Questo significa che gli investitori sono più propensi a acquistare i titoli della holding, rispetto a quelli delle altre società.