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Equitalia nel centro del mirino: Cancellieri propone l’esercito

di Fabio Grazzini14 Maggio 2012
14 Maggio 2012

Cresce sempre di più l’insofferenza dei cittadini italiani nei confronti di Equitalia, la società pubblica incaricata della riscossione nazionale dei tributi divenuta capro espiatorio della grave contingenza economica in corso. Un’irrequietezza certo favorita dalla crisi, che non smette di pesare sul futuro delle persone, ma anche e soprattutto, come pensano in molti, creata artificialmente dai grandi media, che nell’ultimo periodo non hanno esitato a creare pericolose, erronee equazioni tra sucidi e tasse troppo alte.

I casi di Bergamo, Genova, Termini Imerese, Livorno e Napoli.
A dare inizio alla recente rivolta contro Equitalia è stato il gesto irrazionale di un imprenditore, Luigi Martinelli, che il 3 maggio scorso, armato di fucile, si è trincerato all’interno della sede di Romano di Lombardia, in provincia di Bergamo, prendendo in ostaggio quindici persone. Il suo obiettivo era quello di catturare l’attenzione della stampa e delle autorità per far conoscere la sua impossibilità a pagare le ultime cartelle esattoriali fattegli pervenire da Equitalia. Un’azione dettata dalla disperazione, conclusasi fortunatamente con l’arrendersi dell’imprenditore alle forze dell’ordine. Sei giorni dopo, il 9 maggio, mentre venivano fatti circolare tre falsi allarmi bomba riguardanti alcuni uffici di Equitalia situati nel centro di Genova, a Termini Imerese circa duecento lavoratori Fiat e dell’indotto occupavano la sede locale della società di riscossione tributaria. Passavano altri quattro giorni e l’escalation degli attacchi contro gli agenti delle tasse aumentava di un altro gradino: durante la notte dell’11 maggio venivano infatti scagliate contro l’ingresso della sede livornese di Equitalia due bombe molotov, un attacco che la mattina immediatamente successiva proseguiva a Napoli, dove una folla inferocita costringeva i dipendenti della sede di Corso Meridionale a rinchiudersi dentro i propri uffici, mentre all’esterno i manifestanti, lanciando petardi e uova ripiene di vernice rossa contro i locali occupati da Equitalia, obbligavano la polizia a intervenire con decisione, portando al ferimento di parecchie persone e alla denuncia di sette.

Le reazioni nel Governo.
Per cercare di porre un argine a queste espressioni di malcontento, ormai all’ordine del giorno, il presidente del Consiglio, Mario Monti, ha reso noto che questo giovedì incontrerà appositamente i vertici di Equitalia e delle Agenzie delle Entrate. Riunione nella quale verrà certamente anche discussa la proposta del ministro degli Interni, Anna Maria Cancelleri, che non esclude il ricorso alle forze armate per difendere le sedi di Equitalia: «Equitalia rappresenta lo Stato e gli attacchi contro di essa verranno trattati alla stregua di azioni eversive».
Il viceministro dell’Economia, Vittorio Grilli, riecheggiando la linea politica della Cancellieri, ha altresì dichiarato che «è sbagliatissimo prendersela con Equitalia, che non è il nemico, ma lo Stato», chiedendo poi personalmente scusa «se alcuni cittadini, come può accadere e non dovrebbe accadere, essendo perfettamente in linea con i propri doveri di cittadini e di contribuenti, siano stati disturbati nella loro attività. Però il processo di lotta all’evasione è una questione di doveri verso lo Stato e verso i propri concittadini». Un processo virtuoso che dovrebbe rendere evidente a ciascun contribuente come  «Equitalia non è un’antagonista, bensì lo Stato che cerca di tutelare ogni cittadino: che infatti tutti paghino ciò che è dovuto. Errori possono capitare e ci scusiamo, però non è possibile pensare che se lo Stato chiede ai cittadini di pagare ciò che devono pagare, venga accusato come un nemico». Secco, infine, il commento del ministro della Giustizia, Paola Severino, per la quale «Equitalia ha il dovere di svolgere il proprio compito. E i cittadini hanno il dovere di pagare le tasse».

Fabio Grazzini

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