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"Arte liberata", la mostra
che racconta la tutela
del patrimonio culturale

Visitabile alle Scuderie del Quirinale

dal 16 dicembre al 10 aprile

di Chiara Esposito16 Dicembre 2022
16 Dicembre 2022

ROMA – Sono le opere salvate dal disastro della guerra, i luoghi che le hanno custodite e le personalità che ne hanno permesso la tutela, il fulcro della mostra “Arte liberata. Capolavori salvati dalla guerra. 1937-1947”.

Visitabile alle Scuderie del Quirinale da oggi, 16 dicembre, fino al prossimo 10 aprile, l’esposizione è stata curata da Luigi Gallo e Raffaella Morselli e organizzata dalle Scuderie in collaborazione con la Galleria Nazionale delle Marche, l’ICCD – Istituto Centrale per il catalogo e la Documentazione e l’Archivio Luce – Cinecittà.

Il percorso espositivo

Oltre 100 opere dal calibro straordinario – si pensi soltanto alla Danae di Tiziano o alla Madonna di Senigallia di Piero della Francesca – , circa 140 fotografie nonché più di 30 documenti storici e 20 filmati d’epoca raccontano l’incredibile piano d’urgenza messo in atto nel secondo dopoguerra dai soprintendenti e funzionari delle Belle Arti per salvaguardare l’arte italiana.

Tramite il percorso espositivo si offre al visitatore la possibilità di comprendere come, a partire dalle direttive indicate dal ministro Giuseppe Bottai nel 1939, furono protetti i beni culturali del Paese. Si scopre così che chiese e monumenti furono imbottiti con sacchi di sabbia, mentre affreschi, fontane e statue furono messi in sicurezza con armature ignifughe e spostati in depositi segreti.

Personalità come Giulio Carlo Argan, Palma Bucarelli, Emilio Lavagnino, Vincenzo Moschini –  solo per citare alcuni dei personaggi coinvolti nell’operazione –, avevano dunque ben chiara l’importanza di proteggere dal pericolo della guerra quei beni culturali rappresentanti la traccia della storia e della civiltà del Paese, al fine di poterli restituire alle generazioni future.

“Arte liberata” vuole essere allora “un monito sui rischi che corre il patrimonio artistico, messo in salvo dagli interpreti di una vera e propria epopea” spiega Mario De Simoni, presidente delle Scuderie del Quirinale, definendo l’azione degli storici dell’arte del passato “un esempio di patriottismo e di senso del dovere”.

Nella foto in alto le Scuderie del Quirinale, MM, CC BY-SA 3.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0>, via Wikimedia Commons

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