ROMA – A partire da mercoledì 4 dicembre tutti gli italiani potranno scaricare i documenti d’identità direttamente sul loro smartphone utilizzando l’IT Wallet, il portafoglio digitale. Dopo una prima fase sperimentale – iniziata a fine ottobre – il sistema è entrato finalmente in funzione bruciando le tappe rispetto alle indicazioni dell’Unione europea che aveva stabilito come termine ultimo il 2026.
Per usufruire del servizio, basterà accedere tramite Spid o carta d’identità elettronica all’app IO e andare nella sezione portafoglio digitale. Da qui si procede al caricamento della versione dematerializzata di patente e tessera sanitaria, liberandosi dal peso della copia cartacea. Al momento, nell’IT Wallet si può inserire – oltre al documento di guida e alla tessera sanitaria – solo la Carta europea della Disabilità. Ma l’obiettivo è la creazione – entro il 2025 – di un archivio digitalizzato dal quale recuperare fascicolo sanitario, tessera elettorale e carta d’identità.
Per il cittadino, questa piccola rivoluzione digitale promette di facilitare molte delle operazioni che si svolgono nella vita di tutti i giorni. Come, ad esempio, il controllo dei documenti da parte delle forze dell’ordine, destinato a diventare un’operazione molto più rapida, effettuata direttamente con lo smartphone. Ne è sicuro Alessio Butti, sottosegretario di Stato all’Innovazione, che in un’intervista al Corriere della Sera ha illustrato i vantaggi del portafoglio digitale anche sul piano della sicurezza e della privacy per i cittadini.
L’IT Wallet sarà gestito direttamente dallo Stato e “l’app IO rappresenta il contenitore più idoneo per il suo sviluppo e utilizzo”. Inoltre, a rendere particolarmente versatile il portafoglio digitale è la sua capacità di interfacciarsi con applicazioni private accreditate, nel rispetto della normativa europea e “garantendo sempre elevati livelli di sicurezza”, ha chiosato. Versatilità che i numeri sembrerebbero confermare. Dal roll-out di ottobre, più di 430 mila italiani hanno già attivato il portafoglio digitale caricando oltre 700 mila documenti. Un segno, questo, che la trasformazione globale nel modo di trattare i dati personali in Italia è iniziata con buon anticipo.