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Arriva il Bonus Bebè per le neo-mamme, avranno 80 euro al mese per tre anni. Ma le nascite restano al minimo storico

di Alessandra Aurilia20 Ottobre 2014
20 Ottobre 2014

Ha sorpreso positivamente l’annuncio fatto ieri dal premier Matteo Renzi durante l’intervista al programma di Barbara D’Urso “Domenica Live”: «Dal prossimo anno gli 80 euro di bonus mensile andranno anche a tutte le mamme, o i papà, per i primi tre anni di vita del loro figlio che nascerà nel 2015». «So cosa significa comprare pannolini e biberon – ha detto il premier – questa è una misura che non risolve un problema ma è un segnale». Il bonus promesso da Renzi è di fatto previsto dall’articolo 13 della legge di Stabilità sotto la voce “Fondo famiglia”, in cui è stabilita la “dotazione di 500 milioni di euro annui a decorrere dal 1° gennaio 2015 da destinare al finanziamento a favore delle famiglie”.
L’aiuto è per tutte le neo-mamme, sia italiane, sia immigrate, purché abbiano un reddito annuo lordo inferiore ai 90mila euro. Il bonus andrà peraltro a sommarsi a quello di 80 euro a favore dei lavoratori con meno di 1.500 euro netti al mese (26 mila euro lordi all’anno). Ci saranno pertanto famiglie cui lo Stato offrirà un doppio sostegno economico.

Crollano le nascite in Italia. L’annuncio di Renzi arriva in un momento in cui i dati sulla natalità in Italia sono fra i più allarmanti. Nel nostro Paese nascono sempre meno bambini: nel 2013, secondo quanto sottolinea il rapporto annuale Istat 2014, le nascite hanno toccato il minimo storico da quasi vent’anni, subendo, per il quinto anno consecutivo, un crollo del 3,7%, con poco meno di 515mila nuovi nati. Di questi, stando al rapporto, circa l’80% proviene da donne italiane e il restante 20% da donne straniere. Il numero medio di figli per donna è inoltre sceso da 1,42 nel 2012 a 1,39 nel 2013.

A cosa sarebbe dovuto questo drammatico calo? Secondo l’indagine, la principale causa è senz’altro la difficile situazione economica degli italiani, per i quali mantenere un figlio è diventato sempre più dispendioso: dall’inizio della crisi sono oltre 64mila i nati in meno all’anno.
Grave è soprattutto l’incremento di genitori disoccupati: tra il 2008 e il 2013, stando all’Istat, si è registrato un rialzo di 530mila unità, tra padri (+303mila) e madri (+227mila) senza occupazione. Cresce inoltre la percentuale di famiglie in cui la madre è l’unica fonte di sostentamento (la cosiddetta “breadwinner”): oggi queste rappresentano il 12,2%, contro il 9,4% del 2008.
Del resto, l’Italia è tuttora uno dei paesi europei con il maggiore divario nella distribuzione del reddito, e i segnali di ripresa risultano ancora “deboli”: dal 2012 al 2013, sottolinea l’Istat, un milione di famiglie è uscito dalla fascia di “grave deprivazione“, ma sono ancora oltre 7 milioni i nuclei di disoccupati.

Alessandra Aurilia

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