Una fiction per “scardinare i pregiudizi e le convinzioni comuni”. La racconta così Cristiana Capotondi, che dal 15 marzo, per quattro serate su Rai 1, sarà la protagonista di “Belle da morire”, una serie contro la violenza sulle donne. “Mi auguro che questa miniserie la guardino tanti uomini, donne, figli e figlie, compagni e nostri fratelli” spiega l’attrice all’agenzia Ansa.
Nella fiction Capotondi è l’ispettrice di polizia Eva Cantini. La regia è di Andrea Molaioli (che già ha diretto La Ragazza Del Lago e Il Gioiellino), mentre la storia è stata scritta da Filippo Gravino, Flaminia Gressi e Davide Serino. L’ispettrice Cantini, nella località Lagonero, sarà impegnata nell’indagine sull’omicidio di Gioia Scuderi (interpretata da Giulia Arena, vincitrice di Miss Italia 2013). Il suo cadavere viene trovato in fondo a un lago. Da lì la serie affronterà il tema del femminicidio, cercando di portare alla luce le complessità e le sfumature di questo fenomeno.
Il femminicidio per la Capotondi “è ancora più grave di un omicidio perché oltre a uccidere una donna, si uccide anche la femminilità che rappresenta. Per questo ci auguriamo che attraverso il potente mezzo televisivo si possa portare al pubblico a casa un messaggio di speranza per tutte le donne, e anche agli uomini: perché è la dimostrazione che, quando non è troppo tardi, dalle catene di un ‘amore malato’ ci si può liberare”.
“La tematica scelta è molto delicata – spiega Per Molaioli – ma abbiamo cercato di affrontarla con il rispetto e l’indignazione che merita, senza la presunzione di sapere come e dove risolvere il problema. Ma non solo. Bella da morire è anche un racconto di relazioni familiari e sentimentali, complicate dalla diversità, dalla distanza e dai segreti”. Nel cast oltre a Cristina Capotondi e Giulia Arena compaiono anche Lucrezia Lante della Rovere, Paolo Sassanelli, Gigio Alberti, Fausto Maria Sciarappa, Denis Fasolo e Elena Radonicich.