ROMA – “Sono anni che ripeto che le intercettazioni sono assolutamente indispensabili nella lotta alla mafia e al terrorismo e per comprendere i movimenti di persone sospettati su reati gravissimi. Quello che va cambiato è l’abuso che se ne fa per reati minori”. È intervenuto così il ministro della Giustizia Carlo Nordio, in diretta su Radio 24, in merito al dibattito sulle intercettazioni apertosi dopo la cattura del boss Matteo Messina Denaro.
Il guardasigilli ha così risposto alle parole del procuratore capo di Palermo Maurizio De Lucia, che ieri in conferenza stampa ha ribadito che “senza intercettazioni non si possono fare le indagini di mafia. Sono uno strumento indispensabile e irrinunciabile nel contrasto alla criminalità organizzata”.
Intercettazioni e riforma della giustizia
Il tema delle intercettazioni è il punto più importante stilato nella riforma della giustizia, in cui quest’ultime verrebbero mantenute da Nordio solo per i reati di mafia e di terrorismo. Una possibilità che ha creato non pochi dissidi e tensioni con i magistrati.
Mer il ministro, le intercettazioni “sono elementi fondamentali per la ricerca della prova e sono ancora più fondamentali per comprendere i movimenti delle persone. Ma è chiaro che i mafiosi – ha proseguito Nordio – non parlano per telefono dei loro programmi criminosi, le intercettazioni servono ovviamente per capire con chi parlano, come si muovono e quali siano le loro problematiche. Ad esempio in questo caso si è capito che parlando di una malattia molto grave si poteva risalire ad un luogo di cura e così pare sia stato fatto”.
Metodo Falcone
Oltre le intercettazioni, anche il metodo Falcone risulta fondamentale all’interno della lotta alla mafia. Un metodo che può essere riassunto con il motto: “Segui i soldi e troverai la mafia”. In un rapporto consegnato nel 1982 da Falcone e da Giuliano Turrone alla Commissione per la riforma giudiziaria e l’amministrazione della giustizia viene descritto come l’aspetto da privilegiare nelle indagini in materia di mafia siano le tracce che lasciano dietro di sé i grandi movimenti di denaro. Nella lotta alla mafia “si devono coniugare tecnologie, e di questo fanno parte sicuramente le intercettazioni, e il metodo Falcone: una continua ininterrotta analisi di dati finanziari, movimenti di denari, pedinamento e controllo che non può mai essere interrotto”, ha spiegato Nordio.
Nella foto in alto: il Ministro della Giustizia Carlo Nordio, foto Ansa