Tiziano Renzi e Laura Bovoli saranno sentiti dal gip Angela Fantechi lunedì 25 Febbraio. La data dell’interrogatorio di garanzia, anticipata dall’edizione odierna del quotidiano La Nazione, è stata comunicata nella tarda serata di ieri ai difensori dei genitori dell’ex premier – agli arresti domiciliari da due giorni nell’abitazione di Rignano sull’Arno, nel fiorentino – ed è stata confermata questa mattina da fonti del palazzo di giustizia.
Al momento non è ancora chiaro dove i due saranno sentiti: è possibile che venga scelto un luogo differente dalla procura per evitare l’assalto di telecamere e giornalisti. “Non auguro a nessuno – nemmeno al mio peggiore nemico – di vivere mai ciò che la Lalla e io stiamo vivendo. Tuttavia ci prepariamo a una lunga vicenda giudiziaria consapevoli di un fatto: la verità prima o poi verrà fuori”. Lo dice in un post su facebook Tiziano Renzi. “Voglio che sia chiara una cosa: i giornali sono pieni solo delle ricostruzioni dell’accusa. Io affermo qui (e purtroppo per il momento posso solo qui) che queste ricostruzioni sono false”, aggiunge.
È proprio dopo l’interrogatorio di garanzia di lunedì e dopo aver letto tutte le carte “che ancora neppure abbiamo” – ha detto ieri pomeriggio Federico Bagattini, il legale della coppia – che il collegio difensivo deciderà come procedere. “Ma è chiaro che presenteremo la richiesta di revoca dei domiciliari”, ha chiarito Bagattini, che ha poi anche aggiunto: “In 36 anni di attività non ho mai visto una misura così. I domiciliari erano totalmente inattesi e non ci sono elementi che potessero far pensare a una cosa del genere”.
Ieri sera l’avvocato ha incontrato i genitori dell’ex premier: “È stata solo una visita di vicinanza e non di carattere tecnico. Mi hanno solo detto che nulla della loro attività può giustificare quanto successo”. Le accuse per i coniugi Renzi sono di bancarotta fraudolenta, false fatturazioni e fallimento doloso di tre cooperative collegate alla società di marketing creata da Tiziano Renzi, chiamata “Eventi 6”. Il risultato del materiale sequestrato nelle cooperative avrebbe convinto i magistrati a chiedere l’arresto dei Renzi non solo per il timore d’inquinamento delle prove, ma anche per la reiterazione del reato.