È stato arrestato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e fraudolento affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti. Al momento, il sindaco di Riace Domenico Lucano si trova agli arresti domiciliari.
Al sindaco e alla compagna, Tesfahun Lemlem, destinataria di un divieto di dimora, si contesta di aver forzato le procedure per permettere ad alcune ragazze di rimanere in Italia, attraverso matrimoni di comodo. Negli atti delle indagini si legge la parola “spregiudicato”. Secondo la procura di Locri infatti, il sindaco di Riace manifestava “particolare spregiudicatezza, nonostante il ruolo istituzionale rivestito, nell’organizzare veri e propri matrimoni di convenienza tra cittadini riacesi e donne straniere al fine di favorire illecitamente la permanenza di queste ultime nel territorio italiano”.
Lucano è noto in tutto il mondo per il suo impegno in favore dei migranti, tanto che nel 2016 la rivista americana Fortune lo ha inserito tra le 50 personalità più potenti nel mondo. Un impegno che aveva contribuito anche a riqualificare l’intera città di Riace, diventata, dal 2004 ad oggi, un modello di integrazione e di accoglienza nel tessuto sociale della città. La presenza di oltre 6000 richiedenti asilo ha creato nuovi posti di lavoro grazie alla ristrutturazione di numerosi edifici e al rifacimento dell’intero impianto di illuminazione del paese.
“Proprio per disattendere queste leggi balorde vado contro la legge” dice, in un colloquio intercettato dalla Guardia di finanza, Domenico Lucano. Il sindaco parla del caso di una donna a cui è stato rifiutato per tre volte il permesso di soggiorno: “Io la carta d’identità gliela faccio, sono un fuorilegge. Non mando neanche i vigili, mi assumo io la responsabilità. La iscriviamo subito. Fino ad ora la carta d’identità l’ho fatta così”.
Nell’operazione Xenia, questo il nome dell’indagine, Lucano era indagato dalla Procura di Locri per abuso d’ufficio, concussione e truffa aggravata per aver conseguito erogazioni pubbliche nella gestione del sistema di accoglienza. Insieme a lui è indagato anche Fernando Antonio Capone, presidente dell’associazione Città Futura-don Pino Puglisi.