Forse è stata tagliata un’altra testa alla ramificazione emiliana della cosca ‘ndranghetista Grande Aracri di Cutro (in provincia di Crotone). E’ stato arrestato dai carabinieri di Modena Carmine Sarcone, 39 anni, con l’accusa di associazione mafiosa. Carmine è fratello di altri due arrestati all’interno dell’operazione Aemilia nel 2015. Era considerato il nuovo presunto reggente della ‘ndrangheta emiliana.
Gli indizi a carico di Sarcone sono molti. Esistono collaboratori di giustizia, tra cui Antonio Valerio, Giuseppe Giglio e Salvatore Muto, che hanno parlato della sua presunta gestione diretta dell’attività e del patrimonio illecito. Sarcone avrebbe anche partecipato alle riunioni tra gli esponenti della consorteria durante le quali, secondo le indagini, erano pianificati i crimini della cosca e venivano prese le decisioni per mantenerla e rafforzarla. A queste riunioni Carmine Sarcone sarebbe stato il rappresentante dei fratelli detenuti, Nicolino e Gianluigi, con compiti direttivi. Nicolino, prima di essere stato fermato, era ritenuto il capo dell’organizzazione autonoma emiliana, collegata alla cosca Grande Aracri di Cutro.
Sarcone avrebbe anche minacciato alcuni testimoni del processo Aemilia. Sono in corso decine di perquisizioni per cercare le armi della cosca, gestite dai militari dei comandi provinciali di Modena, Piacenza e Crotone. Cento i carabninieri impiegati.
Il processo Aemilia
Dal 2015 è in corso il cosiddetto maxiprocesso Aemilia. E’ considerato il più grande processo per mafia mai tenutosi al nord Italia. Sono coinvolti 224 indagati, 160 gli arresti di cui 117 in Emilia-Romagna, per 189 capi d’imputazione. A 54 persone viene contestato il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso. Per saperne di più si può visitare il sito ProcessoAemilia, promosso e gestito dal Movimento Agende Rosse di Salvatore Borsellino.