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HomeCronaca Arrestata un’intera famiglia per l’aggressione xenofoba di Ferragosto in Sicilia

Arrestata un'intera famiglia
per l'aggressione xenofoba
di Ferragosto in Sicilia

Sei migranti minorenni furono colpiti

con pietre e mazze da baseball

di Nancy Calarco05 Settembre 2018
05 Settembre 2018

Un fermo immagine tratto da un video dei carabinieri mostra l'operazione che ha portato all'arresto di sette persone, tra cui due donne su ordine del gip tra Alcamo (Tp) e Partinico (Pa) per l'aggressione la notte di Ferragosto nella spiaggia di Ciammarita a Trappeto (Pa) ad un gruppo di migranti minorenni che sono stati picchiati e insultati con frasi razziste a Partinico, 5 settembre 2018. ANSA/Carabinieri EDITORIAL USE ONLY NO SALES

“Neri di m…. dovete morire entro stasera. Vi ammazziamo tutti”. Poi i colpi di spranga e mazza da baseball. La sera di Ferragosto sei migranti minorenni, sono stati minacciati e aggrediti, uno degli aggressori impugnava anche una pistola in pugno, da un’intera famiglia italiana tra Trappeto e Partinico, in provincia di Palermo.

Grazie all’indagine della procura del capoluogo siciliano e dei carabinieri della compagnia di Partinico, il giudice per le indagini preliminari Walter Turturici ha predisposto l’arresto dei componenti della famiglia Vitale. Un’aggressione scoppiata solo perché quei sei ragazzini provenienti dal Gambia ridevano e si stavano divertendo in riva al mare. Le accuse contestate dalla procura sono violenza privata e lesioni con l’aggravante dell’odio razziale, mentre un’ottava persona resta indagata

La notte di Ferragosto i minori avevano partecipato a una festa organizzata da un pub grazie al consenso della direttrice della comunità dove risiedono. È lì che hanno incontrato la famiglia Vitale, che li ha minacciati e colpiti. Le prognosi per i ragazzi aggrediti e per la loro operatrice sono state dai 5 ai 20 giorni. Tra gli aggrediti anche un’operatrice della comunità che ospita i ragazzi.

“Te li riporti in comunità tutti morti”, hanno gridato gli accusati all’operatrice, arrivata a bordo di un pulmino per riportare i bambini al sicuro. Un contatto pretestuoso iniziato con la domanda: “Tutto a posto?”. Il “Si” di quei ragazzini sorridenti è finito in un raid punitivo al quale hanno preso parte anche tre donne. “Che c…. ridete? Voi venite qua nel nostro territorio, perché non andate in Africa?” ha minacciato una delle donne presenti, che aveva in braccio anche un bambino.

 

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