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Arrestata l’ex governatrice (Pd) della Regione Umbria: “un provvedimento inaspettato”

di Manuela Moccia17 Settembre 2013
17 Settembre 2013

pd giuNon riesce ad immaginare quali suoi comportamenti le abbiano potuto procurare accuse tanto gravi Maria Rita Lorenzetti, ex governatrice della Regione Umbria e presidentessa di Italferr, la società di ingegneria del gruppo Ferrovie dello Stato, agli arresti domiciliari da ieri con l’accusa di corruzione, abuso d’ufficio e associazione a delinquere nell’ambito dell’inchiesta sul nodo fiorentino dell’alta velocità. Attraverso il suo legale, Luciano Ghirga, ha fatto sapere di essere “molto provata e dispiaciuta per un provvedimento inaspettato”. Più precisamente, l’accusa portata avanti dal gip Angelo Pezzuti è quella di essersi adoperata affinché venissero pagate due società coinvolte nei lavori della Tav a Firenze, per le quali i versamenti erano in ritardo. In cambio avrebbe ricevuto favori professionali per il marito, l’architetto Domenico Pasquale.

Secondo quanto emerge dall’ordinanza di custodia cautelare, 450 pagine, la Lorenzetti, avrebbe agito “mettendo a disposizione le proprie conoscenze personali, la sua agenda politica e una vasta rete di contatti grazie ai quali era in grado di promettere utilità ai pubblici ufficiali avvicinati, nell’interesse e a vantaggio della controparte Novadia e Coopsette, che si sono aggiudicate l’appalto, da cui poi pretendeva favori per il marito nell’ambito della ricostruzione dell’Emilia”. E ancora “ognuno nel ruolo al momento ricoperto ha provveduto all’occorrenza a fornire il proprio apporto per il conseguimento del comune interesse, acquisendo meriti da far contare al momento opportuno per aspirare a più prestigiosi incarichi, potendo contare che gli effetti positivi si sarebbero riverberati, anche se non nell’immediato, sui componenti della squadra medesima sotto forma di vantaggi anche di natura economica”.

Da oggi, inoltre, la Lorenzetti non è più presidente di Italferr. Una scadenza d’incarico “naturale”, come sottolineato dal suo legale, vista l’approvazione del bilancio dell’azienda e la conseguente cessazione del mandato.

Oltre alla ex  governatrice della Regione Umbria, sono finiti agli arresti domiciliari anche Walter Bellomo, membro della commissione Valutazione impatto ambientale del ministero dell’Ambiente, Furio Saraceno, presidente di Nodavia, Valerio Lombardi, tecnico di Italferr, Alessandro Coletta, consulente, ex membro dell’Autorità di vigilanza sugli Appalti pubblici, Aristodemo Busillo, della società Seli di Roma, che gestisce la grande fresa sotterranea “Monna Lisa” per realizzare il tunnel alta velocità sotto Firenze. La difesa è già al lavoro per il ricorso al tribunale del Riesame contro l’ipotesi di reiterazione dei reati, e non d’inquinamento probatorio come si era appreso in un primo momento.

Reazioni dal mondo politico locale per gli arresti domiciliari della ex governatrice, attiva in politica dal 1975 con il Pci e governatrice della Regione Umbria per due mandati consecutivi con il Pd, sono arrivate da Raffaele Nevi, capogruppo Pdl al Consiglio regionale umbro, secondo il quale adesso “l’atteggiamento di superiorità morale della sinistra può venir meno”. Meno duro invece Maurizio Ronconi, coordinatore regionale dell’Udc, che dopo essersi definito “il più strenuo avversario politico della Lorenzetti per anni” ha espresso per l’indagata sentimenti di “solidarietà umana”.

Manuela Moccia

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