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"Armiamo gli insegnanti"
La proposta di Donald Trump
dopo la strage di Parkland

Il presidente incontra i sopravvissuti

Crescono le proteste negli Usa

di Giulia Torlone22 Febbraio 2018
22 Febbraio 2018

epa06551645 Marjory Stoneman Douglas High School shooting survivor Samuel Zeif (L) delivers remarks as US President Donald J. Trump listens during a listening session with high school students and teachers in the State Dining Room of the White House in Washington, DC, USA, 21 February 2018. Families from the Parkland, Newtown and Columbine communities attended the meeting. EPA/SHAWN THEW

Il presidente Donald Trump ha convocato ieri alla Casa Bianca i ragazzi sopravvissuti alla strage nella scuola di Parkland, in Florida, dove diciassette persone sono morte nel giorno di San Valentino.  Ad accompagnare i ragazzi c’erano le loro famiglie e gli insegnanti. Trump con l’occasione ha annunciato di considerare l’ipotesi di armare i docenti per evitare che si ripeta un fatto analogo a quanto accaduto lo scorso 14 febbraio. “La esamineremo con attenzione. Capisco che è un’ipotesi controversa, ma siamo qui per ascoltare”, ha detto il presidente.

L’incontro è stato scandito dalle numerose testimonianze dei presenti, alcune delle quali particolarmente emozionate, altre invece piene di rabbia. È il caso di un padre che, riferendosi al killer diciannovenne ha detto a Trump: “Se non è grande abbastanza per comprare una birra non dovrebbe essere in grado di comprare un’arma”. La proposta di procurare pistole agli insegnanti non è piaciuta agli studenti e ai genitori. L’idea dei presenti infatti è univoca: bisognerebbe armare di conoscenza i docenti, aiutarli a prevenire le possibili stragi. Dovrebbero arrivare a essere in grado di riconoscere e aiutare coloro che potrebbero macchiarsi di tali crimini.

Intanto a Washington, davanti alla sede del Congresso, è arrivata la protesta di cinquecento ragazzi e studenti al grido di “Quanti altri ancora?”. Marciando verso la Casa Bianca il gruppo ha raccolto l’adesione di altri cittadini, arrivando a un migliaio. La richiesta rivolta alla politica è quella di vietare l’acquisto di fucili d’assalto e di applicare controlli più rigidi verso qualsiasi tipo di armi. Anche il movimento “NoMoreGuns” sta crescendo in maniera rapida dopo la strage di Parkland. Numerose star di Hollywood stanno contribuendo attraverso donazioni spontanee all’organizzazione della “Marcia per le nostre vite”, programmata per il 24 marzo nella capitale statunitense. Tra gli altri, George Clooney e la moglie Amal, Oprah Winfrey e Steven Spielberg hanno donato alla causa 500 mila dollari.

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