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Armi chimiche in mano ad Assad? Per Mosca si tratta solo di un pretesto degli Usa per giustificare un intervento militare

di Annalisa Cangemi17 Giugno 2013
17 Giugno 2013

Ormai è un fatto indiscutibile: Assad ha utilizzato armi chimiche contro il suo stesso popolo. La Casa Bianca lo ha affermato per la prima volta, e ora sta valutando le prossime mosse. Washington aspettava questa certezza, per poter dare il via libera alla fornitura di armi ai ribelli. In attesa di nuove decisioni gli Stati Uniti stanno organizzando una “no fly zone limitata” che servirà anche per proteggere i rifugiati. Il vice consigliere nazionale per la sicurezza, Ben Rhodes, ha spiegato che «secondo l’intelligence tra le armi chimiche usate dalle forze lealiste c’è il gas sarin, utilizzato in piccole quantità diverse volte l’anno scorso» Il temibile gas, seppur usato su scala ridotta, avrebbe provocato nell’ultimo anno dai 110 ai 150 morti. Secondo l’opinione pubblica americana invece non ci sono notizie affidabili in merito all’uso di armi chimiche. E la Russia non ci sta. Gravi accuse giungono, infatti, da Mosca: secondo il presidente della Commissione Esteri della Duma vicino al Cremlino, Alexiei Pushkov: «Obama sta prendendo la stessa strada di Bush». Si tratterebbe solo di un bluff insomma. Le informazioni sull’uso delle armi chimiche da parte del regime di Bashar al Assad sarebbero state costruite dagli Usa per giustificare le nuove azioni di guerra in Siria. «Ricordano le bugie sulle armi di distruzione di massa di Saddam Hussein» continua Pushkov su Twitter.
Le cifre dei morti in Siria negli ultimi due anni. In Siria intanto la situazione è drammatica: a certificarlo un ultimo rapporto dell’Alto Commissariato Onu per i Diritti Umani da cui emerge che in due anni di conflitto i morti sono stati 93mila, tra cui 6.500 bambini. Si tratta, peraltro, di una stima minima e il vero numero delle vittime potrebbe essere molto più alto. Lo studio dell’Onu si basa sui dati forniti da otto fonti distinte. Dopo una minuziosa verifica delle identità si sono potuti accertare 92.910 casi documentati di persone decedute a causa del conflitto tra il marzo del 2011 e l’aprile del 2013. Dallo studio emerge anche che il numero delle vittime cresce in modo esponenziale: nell’estate del 2011 la media mensile era di un migliaio di decessi e ultimamente e’ arrivata a quota 5.000.

Annalisa Cangemi

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