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Saldi 2013 al via. Giù le saracinesche dei piccoli negozi e su gli sconti

di Alessandra D'Acunto06 Luglio 2013
06 Luglio 2013

Al via, oggi, i saldi estivi a Roma e nella maggior parte delle regioni italiane ma le previsioni, in questi duri tempi di crisi, non sono delle più rosee. Le ultime stime delle associazioni di commercianti, esercenti e consumatori sono tutte al ribasso.
Partiamo proprio dai potenziali compratori romani che, secondo il Codacons, si attesteranno sul 47% rispetto al 55% dell’anno scorso, con un’aspettativa di spesa tra i 78 e gli 85 euro. Diminuiranno perciò anche le vendite: meno 13% in confronto al 2012, con picchi del meno 20% nelle zone periferiche della capitale. Non sono buone notizie per le attività commerciali, il cui peso dei saldi sul fatturato annuo è del 35%.
E non è finita qui. Le previsioni di spesa a famiglia di Confesercenti sono leggermente più elevate di quelle di Codacons, arrivando anche ad un tetto di 180 euro, ma evidenziano come la capitale non possa contare neanche più sui turisti per un incremento delle entrate: gli acquisti dei tanti in visita a Roma sono quasi esclusivamente souvenir. Sarebbe riduttivo però addebitare i cali nel settore abbigliamento e calzature ad una concentrazione delle spese su altri generi di compere: le rinunce sono figlie della crisi, come raccontano i numeri di Confcommercio, secondo cui  dal 2008 al 2012 le quote di spesa per abiti e scarpe si sono ridotte del 30%. Numeri che fanno il paio con il tasso di disoccupazione a Roma, passato dal 5,8% del 2007 al 9% del 2012. Nel primo trimestre 2013, le vendite sono calate del 6,5% e, per luglio, Confcommercio non si aspetta una ripresa.
Guido Fabiani, assessore alle Attività produttive e allo sviluppo del Lazio ha spiegato che “Il reddito lordo pro capite disponibile è diminuito di oltre 5 punti percentuali, generando una contrazione della spesa delle famiglie del 4 per cento”. Si sente più ottimista il presidente della Confesercenti di Roma, Valter Giammaria, secondo cui “nella capitale i saldi conservano sempre il loro fascino”. Sapremo già tra una settimana se potremo dargli ragione. Ma Massimiliano De Toma, presidente di Federmoda, rassicura: le percentuali di sconto di questa stagione “avranno una base di partenza più alta rispetto al passato. Il 30% sarà il numero che più spesso si vedrà sulle vetrine”.
Allarme negozi a Roma– La situazione del commercio a Roma è sulle prime pagine delle cronache locali non solo per i saldi. Nei giorni scorsi in prefettura, si è tenuto un vertice con il sindaco Ignazio Marino da cui è nato un protocollo per contrastare l’abusivismo commerciale. Obiettivi: attaccare il lavoro nero, il danno erariale determinato dall’evasione dell’Iva, la contraffazione, ombre che mettono in ulteriore difficoltà i commercianti che svolgono la propria attività a fatica e correttamente.
L’allarme per il settore moda, poi, arriva da più voci: a partire da Stefano Dominella, presidente di Gattinoni e vice del Comparto Moda di Unindustria Lazio, che fa sapere  che sono 980 i negozi che nella capitale hanno chiuso dal 2008 ad oggi, con una media di 45 esercizi al giorno. E quando a chiudere sono le botteghe artigiane o locali storici come la cappelleria Fratelli Viganò ( aperto nel 1873 si è trovato costretto ad abbassare le saracinesche) sembra che sia una città intera a spersonalizzarsi. Soprattutto se, al posto di antiche boutique, a fare da cornice ai monumenti della Città Eterna si affollano solo negozi di souvenir e gadget turistici.

Alessandra D’Acunto

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