Il giornalista e scrittore, Stefano Ardito, firma “Everest, una storia lunga 100 anni”, una narrazione sulla montagna più alta della Terra.
Come riportato nelle prime righe del libro, proprio cento anni fa, nel 1920, veniva autorizzata dal Dalai Lama la prima spedizione sul monte Everest. Nel 1921 il primo gruppo di alpinisti raggiunse i 7mila metri di altezza, ma si aspettò il 1953 per vedere l’ascensione completa degli 8848 metri dell’Everest, da parte di Edmund Hillary e Tenzing Norgay. Nel 1978 a compiere l’impresa, senza il supporto delle bombole di ossigeno, furono gli scalatori Reinhold Messner e Peter Habeler, mentre la prima salita durante il periodo invernale fu realizzata da un gruppo polacco. Lo scrittore racconta anche le numerose tragedie avvenute sulle pendici del monte. È il 1924 quando i due inglesi Mallory e Irvine scomparvero a circa 8500 metri di quota, nel 1990 una tempesta portò alla morte 10 persone, mentre nel 2015 il terremoto che scosse il Nepal provocò una valanga sull’Everest che uccise 15 persone.
Ardito, nel suo scritto pubblicato da Laterza, narra non solo le storie degli alpinisti internazionali in cerca di avventura e gloria, ma anche quella dei personaggi che, pur secondari, svolgono un ruolo fondamentale. Ovvero le guide, e in particolare gli sherpa, i montanari tibetani che nel corso del tempo sono diventati dei formidabili alpinisti accompagnando nella salita i diversi gruppi di avventurieri.
Nel libro viene spiegata l’importanza sociale ma anche economica dell’Everest per tutto il Nepal. Annualmente circa un migliaio di persone, tramite spedizioni guidate, cercano di salire sul punto più alto della Terra. Le stime parlano di almeno 50mila dollari di spesa per ogni singolo alpinista. Senza contare le migliaia di escursionisti o trekker che arrivano al campo base, ai piedi dell’Everest e che spendono i propri soldi nella capitale Kathmandu e nei villaggi nepalesi. Un indotto importante, necessario per tutto il paese, che con l’avvento del Covid è venuto a mancare, lasciando disoccupati circa 200mila nepalesi.