Da due a cinque giorni per il congedo di paternità. L’emendamento alla Legge di Bilancio passa finalmente in commissione Lavoro e viaggia ora verso la Commissione Bilancio. Il primo vero passo verso l’approvazione definitiva lascia i suoi fautori abbastanza soddisfatti. La prima a firmare è stata Titti Di Salvo, da sempre strenua sostenitrice della necessità di prolungare fino a 15 giorni il congedo per paternità. La deputata ha definito l’emendamento di interesse pubblico, poiché permetterebbe una maggiore suddivisione dei compiti tra i genitori e concederebbe alle madri la possibilità di non lasciare il lavoro, dato positivo per l’economia. “Inoltre – ha aggiunto – aumenta il benessere e l’equilibrio degli stessi bambini”.
Con l’aumento dei giorni a cinque, tutti retribuiti al 100%, la copertura prevista per il 2017 è passata da 20 a 50 milioni e a tal proposito si è espresso favorevolmente il presidente dell’Inps Tito Boeri. Un secondo emendamento collegato infatti, prevedrebbe il pagamento degli assegni di maternità da parte dell’Inps e non più delle aziende, per quelle che hanno meno di nove dipendenti. Un alleggerimento del carico davvero notevole, che Boeri vuole favorire ancor di più, sostenendo l’aumento ulteriore di giorni a 15.
Ammiratrice di questa modifica sarebbe anche la Boldrini; la presidentessa della Camera lamenta il congedo dei papà italiani (che prima era di sole 48 ore) come uno dei più bassi in tutta Europa, definendolo inaccettabile. In Norvegia, infatti, il congedo arriva a sei settimane e in Finlandia e Svezia a quattro. In attesa dell’arrivo dell’emendamento a Montecitorio, Boeri propone addirittura l’inserimento di sanzioni per chi non rispettasse il congedo. A chi lo ha accusato, come Emma Bonino, di eccessivo zelo, ha risposto: “Si tratta di un diritto, è di importanza vitale per gli italiani”.