Il disegno di legge sul finanziamento pubblico ai partiti è stato votato in Senato con 148 voti a favore, 44 contrari e 17 astenuti. Ai partiti arriveranno fondi per circa 40 milioni euro, questo l’effetto della legge approvata in via definitiva che ha sbloccato i finanziamenti relativi ai bilanci 2013-2014, non ancora erogati per via della mancata approvazione dei bilanci da parte della Commissione di garanzia. L’organismo di revisione contabile non ha potuto svolgere i dovuti controlli a causa della mancanza di personale. I finanziamenti potranno essere erogati così anche senza che siano stati effettuati controlli sui conti dei partiti politici.
La legge prevede però un potenziamento di uomini e mezzi della Commisione di garanzia. Infatti rispetto al precedente provvedimento del Governo Letta che era stato approvato nel 2013 al fine di istituire un controllo sulla correttezza dei bilanci dei partiti, alla Commissione (inizialmente composta da cinque membri provenienti dai vertici delle tre Magistrature) verranno affiancati altri cinque esponenti della Corte dei Conti e due dipendenti dell’amministrazione pubblica esperti di contabilità.
Il voto a palazzo Madama è stato accompagnato da momenti di tensione con i senatori del M5s che hanno sollevato proteste e polemiche in Aula mostrando ironicamente manifesti raffiguranti carte di credito di un fantomatico istituto bancario Boccadutri (in riferimento al deputato Sergio Boccadutri del Pd, ex tesoriere di Sinistra Ecologia e Libertà, che ha presentato nel 2014 il disegno di legge appena approvato). I grillini sono i sostenitori più accesi della battaglia per abolire il finanziamento pubblico ai partiti ma il provvedimento di ieri ha visto il voto favorevole della maggior parte dei gruppi parlamentari.
Emanuele Bianchi
