Apple va di nuovo in tribunale. Dopo un primo episodio verificatosi di recente, nei confronti dell’azienda di Cupertino è stata avviata una nuova azione legale, stavolta da parte degli sviluppatori cinesi di app per Iphone e Ipad. L’accusa è quella di abuso di potere da parte del colosso statunitense, che ha rimosso dall’App Store più di un milione di app cinesi.
Le cause, secondo il Financial Times, sono dovute a un controllo periodico che Apple realizza per rimuovere le applicazioni illegali e illegittime presenti nel suo store: quest’anno, infatti, è stata lanciata una campagna di verifica globale dei contenuti. I dati elaborati da Aso 100 – una società di ricerca specializzata in tecnologia – però, mostrano che le app “made in Usa” eliminate durante questo ciclo di pulizia sono state duecentomila in meno. Per gli sviluppatori, dunque, la rimozione è stata effettuata arbitrariamente.
Da qui l’ira dei cinesi che hanno avviato una seconda causa antitrust dopo quella dello scorso mese da parte dello studio Dare & Sure: gli sviluppatori contrariati, inizialmente ventotto, sono saliti a cinquanta. Un altro studio legale ha lanciato un’azione simile nei riguardi del gigante americano, rappresentando ventitré sviluppatori.
Una vicenda, quella di Apple, complessa, poiché la Cina resta il principale mercato per l’App Store sul fronte dei ricavi. A testimoniare ciò sono i dati raccolti dall’Idc, International Data Corporation.