La Corte di Giustizia Ue ha messo la parola fine a una lunga battaglia legale: Apple dovrà restituire all’Irlanda tasse evase per diversi miliardi di euro grazie a un accordo fiscale illegale. Intanto, il premier irlandese Simon Harris ha confermato l’intenzione di voler rispettare la sentenza. Inoltre, parallelamente, la Corte ha respinto il ricorso di Google e Alphabet, confermando la maxi multa da 2,4 miliardi di euro inflitta dalla Commissione Ue al gruppo di Mountain View. “Siamo profondamente delusi dalla sentenza della Corte Ue. Si tratta di una decisione che non tiene conto dei significativi cambiamenti apportati alla nostra attività nel 2017”, ha dichiarato Google in una nota. “Il nostro nuovo approccio ha dimostrato di essere un successo indiscusso, generando miliardi di clic e beneficiando centinaia di servizi di comparazione prezzi”.
Nel 2016, la Commissione Europea aveva deciso che, dal 1991 al 2014, alcune società del gruppo Apple avevano ricevuto vantaggi fiscali illegali dall’Irlanda. Questo aiuto riguardava il trattamento fiscale degli utili generati da attività della Apple al di fuori degli Stati Uniti. L’Irlanda aveva emesso due ruling fiscali, nel 1991 e nel 2007, che approvavano i metodi di calcolo degli utili imponibili per due società del gruppo Apple, Apple Sales International (ASI) e Apple Operations Europe (AOE). Nel 2020, il La Corte Ue aveva annullato la decisione della Commissione, sostenendo che non era stato dimostrato un vantaggio selettivo per Apple. Tuttavia, la Corte di Giustizia ha annullato questa sentenza, confermando che i ruling fiscali concessi dall’Irlanda erano effettivamente un aiuto di Stato non permesso. La Corte ha deciso che l’Irlanda deve recuperare circa 13 miliardi di euro di vantaggi fiscali illegali concessi ad Apple.
Nel contempo la Corte europea ha confermato la maxi multa inflitta a Google. Questa multa, imposta dalla Commissione Europea nel 2017, è il risultato di un’indagine secondo la quale Google avrebbe abusato della sua posizione dominante nel mercato per favorire i propri servizi di confronto dei prezzi rispetto ai concorrenti. La conferma da parte della Corte rappresenta una vittoria per la Commissione Europea e una dichiarazione di principio sull’importanza di garantire un mercato equo e competitivo. “La sentenza della Corte Ue su Google Shopping è ‘epocale’. Dimostra che anche le più potenti società tecnologiche possono essere ritenute responsabili, nessuno è al di sopra della legge”, ha dichiarato la vicepresidente della Commissione europea Margrethe Vestager incontrando la stampa dopo la pubblicazione delle due sentenze. Google ha annunciato che valuterà le opzioni legali disponibili, inclusa la possibilità di ricorrere a ulteriori appelli.