La prefettura di Torino ha deciso di mettere sotto scorta la sindaca di Torino Chiara Appendino. L’ufficio territoriale di governo è arrivato a questa decisione dopo gli scontri di sabato scorso, scoppiati durante il corteo contro lo sgombero del centro sociale Asilo, conclusosi con undici manifestanti arrestati e 215 fermati dalle forze dell’ordine.
Misure di sicurezza eccezionali per la prima cittadina del capoluogo piemontese dopo che la sindaca stessa ha condannato fermamente le violenze di due giorni fa. Il provvedimento è stato eseguito non su ordinanza comunale ma su disposizione del gip nell’ambito di una inchiesta per associazione sovversiva. La sindaca è finita nel mirino degli anarco-insurrezionalisti, probabilmente autori materiali delle minacce “Appendino appesa”, comparse sui muri del centro.
“Abbiamo avuto a che fare con gente addestrata”, ha dichiarato stamattina il questore di Torino Francesco Messina. “Abbiamo dovuto fronteggiare un contesto che non ha nulla a che vedere con la protesta sociale” ha precisato il questore, analizzando quanto accaduto al corteo di sabato. L’ex asilo infantile Principe di Napoli occupato nel 1995 e oggi conosciuto come “L’Asilo” non era “un centro sociale normale – ha spiegato ancora Messina – ma la base logistica di una cellula che propugna la sovversione dell’ordine democratico partendo dalla protesta di piazza”. “C’è stata una chiamata alle armi e nel corteo di ieri sono state usate tattiche militari, c’era gente addestrata, giunta da tutta Europa. Abbiamo dovuto fronteggiare una situazione complicata – ha concluso il questore – come a Torino non se ne vedevano da anni”.
Una cinquantina di anarchici stanno protestando proprio in queste ore nel settore destinato al pubblico dell’aula dove si sta svolgendo il processo per attività sovversiva, in cui sono coinvolti 23 esponenti del mondo anarchico: “Giù le mani dell’Asilo” è uno degli slogan contro Roberto Sparagna, pm del processo.