Sono triplicate nell’ultimo anno le irregolarità negli appalti della pubblica amministrazione. Il dato è contenuto nel Rapporto annuale della Guardia di Finanza, che verrà presentato oggi a Roma alla presenza del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e del comandante generale della Guardia di Finanza Giorgio Toschi.
Nel 2016 le Fiamme gialle hanno scoperto irregolarità negli appalti pubblici per un valore di 5,3 miliardi di euro. I controlli hanno portato alla denuncia di 1.800 persone, di cui 140 e arrestate. I beni sequestrati ammontano a 781 milioni e sono il frutto di oltre 1.600 casi di evasione fiscale internazionale e di 2 mila frodi sull’Iva, per un milione di interventi totali. È una cifra cresciuta del 200 per cento rispetto al 2015. Nel contrasto al lavoro illegale sono emersi 19 mila casi di lavoratori in nero e irregolari. La lotta alle mafie ha portato al recupero di beni per 2,6 miliardi e di 281 aziende. Sequestrati infine 180 milioni di prodotti illegali del valore di 2,4 miliardi.
Per i reati contro la pubblica amministrazione sono state aperte nel 2016 dai finanzieri quasi 4mila indagini, 1.680 delle quali sono state concluse con 241 persone arrestate e 4.031 denunciate, più della metà (il 56%) per abuso d’ufficio e il resto per peculato (21%), corruzione e concussione (23%). Gli uomini della Guardia di Finanza hanno così scoperto che sono stati percepiti o richiesti in maniera illegittima finanziamenti pubblici, italiani ed europei, per oltre 775 milioni, e hanno denunciato 3.066 persone (53 arrestate). Ammonta invece a 158 milioni l’entità delle truffe realizzate ai danni del Servizio sanitario nazionale e del sistema previdenziale dagli 8.926 soggetti denunciati (dei quali 87 arrestati). È di 6 milioni, invece, il danno provocato allo Stato da coloro che hanno avuto prestazioni sociali agevolate e l’esenzione del ticket sanitario senza averne i requisiti. In questo campo i finanzieri hanno eseguito 12.803 controlli, individuando irregolarità nel 66% dei casi.