Al sicuro con Immuni (o come si chiamerà). In una riunione, finita alle 22, di mercoledì il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al decreto legge del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, che contiene tutte le norme che regolamenteranno l’app che il governo ha scelto per tracciare i contagi del Coronavirus, confermate questa mattina nell’audizione alla Camera dal premier Giuseppe Conte.
Che cosa c’è da sapere: le ultime novità
La prima novità – e anche la più importante – riguarda le informazioni presenti nel sistema che verranno cancellate entro il 31 dicembre 2020 e la piattaforma sarà istituita dal Ministero della Salute. “Il testo prevede che, presso il Ministero della Salute, sia istituita una piattaforma per il tracciamento dei contatti stretti tra i soggetti che installino, su base volontaria, un’apposita applicazione per dispositivi di telefonia mobile. L’applicazione sarà complementare rispetto alle ordinarie modalità già in uso da parte del Servizio sanitario nazionale”, si legge nella nota di Palazzo Chigi. E “base volontaria” è un’altra delle parole chiave del nuovo decreto legge: l’esecutivo ha scelto di far decidere alle persone se scaricare Immuni o meno. Non ci sarà, quindi, nessuna limitazione o conseguenza per chi non farà il download dell’app, nessun braccialetto elettronico.
Come avviene il tracciamento?
Si è discusso tanto sulla possibilità di utilizzare un sistema centralizzato o decentralizzato. A vincere pare sia stata la seconda via, secondo quanto riferito dal capo della task force Vittorio Colao in un’intervista al Corriere della Sera. Il sistema, sviluppato dai colossi Apple e Google, permette l’anonimato completo. “Il trattamento effettuato è basato sui dati di prossimità dei dispositivi, resi anonimi, oppure, ove ciò non sia possibile, pseudonimizzati”, scrivono ancora nella nota: insomma, anonimi o al più con il nome di un altro, inventato ovviamente. Da Palazzo Chigi arriva poi un ulteriore chiarimento: “è esclusa in ogni caso la geolocalizzazione dei singoli utenti”.
Un’app italiana
Come ha tenuto a ribadire ancora il Guardasigilli nella nota, Immuni “sarà realizzata esclusivamente con infrastrutture localizzate sul territorio nazionale e gestite da amministrazioni o enti pubblici o società a totale partecipazione pubblica”.
L’utilità di Immuni
Tutte queste migliorie all’app serviranno probabilmente a dare maggiore consapevolezza e sicurezza agli utenti, quindi agli italiani, sul suo utilizzo. Se non dovesse scaricarla almeno il 70% dei residenti sul territorio nazionale, infatti, Immuni perderebbe gran parte della sua utilità.