Antonio Cassano non è più un giocatore della Sampdoria. Dopo una telenovela tra il calciatore e la dirigenza della squadra che dura da mesi, ieri la firma che sancisce il divorzio. L’annuncio è stato dato pubblicamente dalla Sampdoria sul suo profilo Twitter. La squadra fa anche sapere che Cassano continuerà ad allenarsi con la Primavera. A quanto si apprende dalla Gazzetta dello Sport, ciò avverrà fino al 28 febbraio.
È almeno da maggio dell’anno scorso che la dirigenza della Sampdoria e il calciatore barese litigano. “Fantantonio” era tornato a furor di popolo tra i blucerchiati nel 2015, dopo aver già militato con la squadra tra il 2007 e il 2011. Una stagione, quella 15-16, non esaltante dal punto di vista sportivo (2 gol in 24 partite). A maggio, poi, aveva duramente litigato con l’avvocato Romei, uomo di fiducia del presidente della Sampdoria, Massimo Ferrero. A luglio la decisione del presidente di non farlo più rientrare nei piani tecnici della squadra. Gli propone un ruolo da dirigente, ma Cassano rifiuta.
Ad agosto la decisione di metterlo del tutto fuori dai progetti della Sampdoria. Ma il barese rifiuta anche le cessioni ad altre squadre. Ormai si è ambientato molto bene a Genova con moglie e figli e non vuole andarsene. Ultimamente ha infatti declinato proposte dalla Cina e dalla serie B italiana (pare sia disposto a giocare solo in squadre di serie A). Dall’estate scorsa fino ad oggi, messo fuori squadra, si è continuato ad allenare con la Primavera blucerchiata. E ieri l’epilogo della vicenda.
Queste non sono che in fondo solo le più recenti tra le sue “Cassanate”. Storici, infatti, i suoi scontri con l’allenatore Fabio Capello (coniatore del termine), sia alla Roma che al Real Madrid. Diversi i diverbi con gli arbitri. E già durante la prima esperienza alla Sampdoria, altissima diventò la tensione con l’allora presidente dei blucerchiati, Riccardo Garrone.