Il tentativo di Australia, Francia ed Unione Europea di dichiarare protetto un parco marino di un milione di chilometri quadrati a est dell’Antartide, è di nuovo fallito. Nella riunione della Commissione per la conservazione delle risorse marine viventi dell’Antartide, a cui prendono parte 25 Paesi (fra cui l’Italia) non c’è stata l’unanimità.
Si sperava che nella riunione che si è tenuta nei giorni scorsi a Hobart, in Tasmania, ci fosse l’approvazione della dichiarazione per preservare le biodiversità e aiutare ad attenuare l’impatto del cambiamento climatico.
Dopo otto volte invece la richiesta è stata nuovamente respinta, con Cina e Russia che hanno votato ancora contro. Degli accordi però sono stati raggiunti durante la riunione: per adottare un nuovo piano per monitorare il krill (una fonte di cibo critica per molte specie antartiche). La Commissione ha anche imposto il divieto ai pescherecci di disperdere in mare, nell’area di 35,7 chilometri quadrati coperta dalla convenzione (circa il 10% degli oceani del mondo), plastica, carburante o lubrificante.
Le acque intorno all’Antartico sono tra le più incontaminate del mondo, ma anche tra le più indifese ed esposte. Nell’Antartico ci sono più di 10.000 specie, tra cui la maggior parte dei pinguini del mondo, uccelli marini, balene e un tipo di calamaro e merluzzo, bersaglio prediletto dei pescherecci attivi in questa zona. È considerata anche un’area fondamentale per la ricerca scientifica, per lo studio degli ecosistemi marittimi e per gli effetti del cambiamento climatico globale.