Nuovo sciopero dei giornalisti dell’Ansa: l’assemblea di redazione tenutasi oggi ha proclamato l’immediata astensione dal lavoro fino alle 7 di lunedì 29 giugno. E un altro giorno di sciopero è già proclamato per il primo luglio, qualora non dovessero registrarsi novità nelle richieste avanzate dalla redazione. In un comunicato l’assemblea – cui hanno preso parte anche i vertici del sindacato dei giornalisti e la Rsu, quale testimonianza della volontà di un percorso comune anche con la componente poligrafica – «conferma il no fermo dei giornalisti al piano di tagli presentato dall’ azienda che pregiudicherebbe il ruolo della prima agenzia di stampa italiana». «Un ricorso allo strumento dei contratti di solidarieta’ e’ inaccettabile anche perche’ danneggerebbe in modo irreparabile l’ampiezza della copertura e la qualita’ del notiziario.
Giudicata “irricevibile” la disposizione che prevede dal primo luglio 65 esuberi da gestire tramite cassa integrazione guadagni straordinaria – un’indennità dell’Inps pari all’80% della retribuzione che il dipendente avrebbe percepito per le ore di lavoro non prestate – o contratti di solidarietà. Entrambe le soluzioni non sono graditi ai giornalisti, che hanno deciso di alzarsi dal tavolo e incrociare le braccia, per dire “no ad un nuovo intervento straordinario di recupero costi che vanificherebbe i pesanti sacrifici fatti negli ultimi anni ed ogni reale prospettiva di sviluppo dell’agenzia”. Pomeriggio un’assemblea generale della redazione chiarirà la linea da tenere nelle prossime settimane. Di sicuro – fa sapere la nota del sindacato – è “impercorribile l’apertura di un nuovo confronto mentre restano disattesi impegni legati agli accordi sindacali per il precedente stato di crisi”.
Nelle stanze di via della Dataria, 94, a due passi dal Quirinale, sperano in un intervento del governo. Il dipartimento per l’Editoria, che fa capo a Palazzo Chigi, si avvale infatti dei servizi giornalistici dell’Ansa (e di altri gruppi editoriali) costati nel 2013 più di 7 miliardi. Tutto secondo la legge, che consente queste spese per «garantire alle amministrazioni dello Stato una completa informazione» e per «assicurare una adeguata informazione sull’attività delle istituzioni ai cittadini e agli addetti ai lavori». Proprio le convenzioni del governo con le agenzie di stampa, al centro di una riforma, potrebbero rappresentare la soluzione per salvare capra e cavoli. I contatti sono partiti e ieri i rappresentanti sindacali – ricevuti a Palazzo Chigi dal sottosegretario all’Editoria, Luca Lotti – hanno incassato la garanzia di “attenzione concreta” da parte del governo.
E mentre su Twitter impazza l’hashtag #resistANSA, la redazione riceve la solidarietà di tanti politici – tra i quali il presidente del Senato, Pietro Grasso e quello del Parlamento Europeo, Martin Schulz – uomini di spettacolo e il sostegno del segretario della Federazione Nazionale della Stampa, Raffaele Lorusso: “La necessità di contenere i costi non può in alcun caso compromettere la qualità dell’informazione né la complessa articolazione territoriale, che da sempre sono i punti di forza dell’ANSA”.
Nino Fazio