Il biometano è spesso considerato una soluzione sostenibile per la mobilità del futuro. Veronica Aneris, direttrice di Transport & Environment Italia, analizza a Lumsanews gli effetti derivanti dall’uso di questo biocarburante in ottica di un’eventuale decarbonizzazione dei trasporti.
Quali effetti ha l’utilizzo del biometano nel settore dei trasporti, dal punto di vista ambientale?
“Il biometano avanzato, ovvero quello prodotto da rifiuti e residui, è un biocombustibile con un ciclo di vita tale da avere le emissioni di CO2 pari a zero. Tuttavia non si può parlare di emissioni zero in generale, poiché produce PM (particolato) e NOx quando viene bruciato, essendo la composizione chimica del tutto analoga al metano. Dobbiamo ridurre nei prossimi 28 anni le emissioni del trasporto su strada a zero: parliamo di 100 milioni di tonnellate di CO2. La maggior parte di queste emissioni viene prodotta dalle auto private. Abbiamo bisogno di soluzioni scalabili, quali l’elettricità rinnovabile. Sarebbe più utile prendere il biogas, metterlo in rete e con quell’energia ricaricare l’auto elettrica, che è molto più efficiente di un veicolo endotermico”.
Il biometano può essere considerato un’alternativa all’elettrico per la decarbonizzazione dei trasporti?
“Non possiamo per tre motivi: non ci sarebbe abbastanza biometano avanzato disponibile per sopperire alla domanda di energia finale dei trasporti. Se anche tutto il biogas fosse trasformato in biometano e destinato ai trasporti, a livello europeo potrebbe coprire un fabbisogno del 5% della domanda finale. In Italia questo potrebbe arrivare al 10-15%. Il secondo punto è che destinare risorse e infrastrutture al biometano, con un mercato che va in direzione dell’auto elettrica, è sbagliato perché si crea un lock-in tecnologico: le risorse sono limitate e vanno messe nelle soluzioni veramente capaci di decarbonizzare. Va ricordata infine l’indipendenza energetica: un’auto a biometano, considerando la presenza di una percentuale di metano, espone il consumatore alla volatilità dei prezzi a cui sono soggetti i combustibili fossili”.
L’elettrico è quindi l’unica soluzione sostenibile alla decarbonizzazione dei trasporti?
“Decarbonizzare il sistema dei trasporti con un’unica soluzione non è possibile: bisogna mettere in piedi una serie di azioni complementari, che trovano la loro base nella strategia europea della mobilità sostenibile. Occorre da un lato ridurre al massimo la domanda di trasporto, dall’altro elettrificare tutto ciò che è elettrificabile, prestando attenzione al ciclo di vita completo. Il numero di auto in circolazione, del quale l’Italia detiene il record negativo in Europa, deve scendere. La tecnologia elettrica è nettamente migliore della tecnologia che ci lasciamo alle spalle: la combustione del diesel si traduce irreversibilmente in emissioni di CO2 e inquinanti atmosferici, mentre la batteria, una volta finito il suo compito, viene riutilizzata e, alla fine della sua seconda vita, i materiali possono essere estratti e riciclati in un’ottica di economia circolare”.