ROMA – Abbassare i toni. È questo l’invito della premier Giorgia Meloni ai suoi due vice, Matteo Salvini e Antonio Tajani. Dopo il gelo nella maggioranza degli scorsi giorni e il tentativo di riappacificazione, lo scontro tra i due leader resta ancora sul piano della politica estera.
Il titolare dei Trasporti continua ad essere contrario al piano di riarmo europeo, sostenuto invece da Tajani. Tuttavia, mentre il ministro degli Esteri addita la Lega come un partito di “quaquaraquà” il leader del Carroccio cerca di salvare le apparenze assicurando che i rapporti con FI sono splendidi.
Nessun vertice a tre
I due partiti vanno avanti di botta e risposta e Fdi assiste. Dalla premier Meloni arriva solo l’invito a spegnere i toni ma per adesso non si profila nessun vertice a porte chiuse tra i tre leader, così come confermato dal portavoce forzista Raffaele Nevi che smentisce una crisi interna alla maggioranza: “Non ci sono problemi di fondo se non enunciazioni per rimarcare le proprie posizioni e la propria identità”, fanno sapere gli azzurri.
Dall’opposizione ha parlato la segretaria del Pd, Elly Schlein, che attacca:”Lega e FI continuano a litigare sulla politica estera mentre Meloni non riesce a prendere una posizione chiara”. Per Schlein il governo è ormai allo sbando.
La riunione a Parigi
Intanto, si avvicina la riunione dei “volenterosi”, convocata dal presidente francese Emmanuel Macron per il 27 marzo, a Parigi. Tra i presenti ci sarà anche la premier Meloni che ribadirà la sua linea: fissare garanzie di sicurezza per l’Ucraina prima di inviare forze di peacekeeping. La proposta italiana resta quella di una formula da sottoscrivere da parte della comunità internazionale sulla falsariga dell’articolo 5 della Nato.
Proposta che viene presa in considerazione anche da Steve Witkoff, inviato speciale della Casa Bianca, nonostante continui ad escludere l’entrata dell’Ucraina nella Nato.