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Ancora polemiche per il nuovo concorso Rai. La protesta spacca le Scuole di giornalismo

di marco.potenziani19 Luglio 2013
19 Luglio 2013

Continua il clamore intorno al nuovo concorso indetto dalla Rai annunciato lo scorso 3 luglio al Parlamentino del CNEL a Roma, all’evento organizzato dall’associazione “Articolo 21”. E’ emerso che il concorso consentirà l’assunzione di 75 giornalisti a fronte di 40 prepensionamenti; alcuni dei posti verranno “riempiti” dalla regolarizzazione dei numerosi giornalisti precari che lavorano con contratti di varia natura titolo in Rai. Una quarantina di assunzioni però, questo il motivo della polemica, sarebbero riservate esclusivamente alla Scuola di giornalismo Rai di Perugia. Alla scuola di giornalismo della Lumsa, che per prima si era occupata del concorso della Rai, non è stato chiesto di sottoscrivere – assieme ad altre strutture patrocinate dall’Ordine dei Giornalisti – la protesta dei direttori delle scuole indirizzata al presidente dell’Ordine Enzo Iacopino.

La “gaffe” precedente. Non è la prima vola che l’Usigrai assume un atteggiamento poco trasparente in materia di assunzioni. Già qualche anno fa l’Azienda di stato bandì un concorso pubblico per giornalisti escludendo i concorrenti residenti nel Lazio. Già in quell’occasione si ebbero delle rimostranze al riguardo, ma rimasero inascoltate anche per l’atteggiamento intransigente dell’Usigrai, della Fnsi e dell’Associazione della Stampa romana. Solo il primo ricorso di un precario riuscì a porre all’attenzione del Tribunale amministrativo la questione e a far dichiarare illegittimo il bando.
La protesta delle scuole. Questa volta, seppure con degli elementi di novità, la vicenda sembra ripresentarsi. Alcune scuole di giornalismo hanno inviato una lettera di protesta al presidente nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Enzo Iacopino, manifestando lo “sconcerto per la riserva di 40 posti per i soli giornalisti formati a Perugia”. Nella lettera si richiamano le principali criticità della scelta della Rai, che dimostra di non aver recepito il Quadro di indirizzi del Consiglio dell’Ordine avendo de facto creato una scuola aziendale, espressamente vietata. Inoltre rimane sempre attuale la questione delle regole “non universali” di assunzione, attraverso le quali l’Azienda di stato sembra non riconoscere le regole dell’Ordine.
L’occasione mancata. La lettera di protesta porta la firma dei direttori di cinque Scuole di giornalismo, quali le milanesi Tobagi, Iulm e Cattolica,la Luiss di Roma e il master biennale di Torino. A risaltare non è tanto la lista delle scuole firmatarie, quanto al contrario, l’ancor più lunga lista di scuole assenti che non sono state informate dell’iniziativa, nonostante alcune di esse qualila Lumsa, avessero seguito la vertenza dall’inizio. Non mancheranno ulteriori occasioni di dibattito e di aggregazione attorno alle condivisibili ragioni della protesta, ma queste saranno investite di maggiore forza ed autorevolezza quando il “comparto” Scuole si farà valere unito.

Marco Potenziani

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