Poche certezze e tante incognite. Si potrebbe riassumere così la situazione degli eventi dal vivo nella fase2 dopo il lockdown provocato dalla pandemia da Covid-19. Secondo il presidente di Assomusica Vincenzo Spera, c’è la speranza di una lenta ripartenza, ma legata comunque ai protocolli della sicurezza che ancora dovranno essere testati per gli eventi della prossima estate. Lumsanews ha parlato con il numero 1 dell’Associazione tra i produttori e gli organizzatori di spettacoli di musica dal vivo.
Quali sono gli ultimi dati disponibili? Che dimensioni ha attualmente la crisi dello spettacolo dovuta al lockdown?
“Stimiamo 650 milioni di perdite del settore musicale da marzo a settembre 2020. Con circa 4mila concerti sospesi, rimandati o cancellati la perdita dell’indotto, per l’intera filiera che coinvolge anche il turismo e l’industria dell’accoglienza, si arriverà complessivamente a 1 miliardo e 500 milioni di euro di perdite”.
Come commenta questi dati? Vi sentite abbandonati dalle istituzioni o è cambiato qualcosa con gli ultimi decreti?
“Abbandonati non del tutto, ma ancora il governo e i provvedimenti non sono entrati nella specificità delle nostre attività. Sono necessarie misure mirate, a seconda delle sofferenze dei vari settori”.
Le vostre richieste, ad esempio quella della detassazione fiscale dell’Iva fino al 4% per gli operatori del settore, sono state ascoltate?
“Allo stato attuale no, ma non ci arrendiamo. Stiamo continuando a portare avanti le nostre richieste nella speranza che vengano erogati i fondi previsti nel decreto Rilancio, che adesso deve ancora essere convertito in legge in Parlamento”.
Che Estate vi aspettate? Si riusciranno a fare piccoli eventi per ridurre le perdite?
“Per noi è sicuramente importante cercare di mantenere vivo questo settore e cercare di fare tutto il possibile per ridurre le perdite, attraverso l’applicazione delle nuove norme. Ritengo però necessario un maggior supporto pubblico, anche perché i maggiori costi, specie in Estate, sono per gli allestimenti e per i palchi, non per gli artisti. C’è un intera filiera che sta soffrendo in questo momento”.
Quali alternative state pensando alle esibizioni live? Forse canali streaming a pagamento?
“Le nostre 10 proposte per salvare la musica rimangono al centro della strategia. Avevamo in previsione un incontro con la sottosegretario del ministero Anna Laura Orrico, ma al momento non ci sarà. L’alternativa al live proposta da Franceschini è una buona proposta ma le esibizioni dal vivo non si potranno mai sostituire con uno streaming. L’impatto emozionale e umano non sarà mai lo stesso. Per questo credo e chiedo che si guardi avanti, per capire quale potrà essere il futuro nel settore dello spettacolo”.