Ad Ancona è tempo di lutto e lacrime. E di sospetti e indagini.
Prima il minore sospettato di essere stato, tramite l’uso di uno spray urticante nella discoteca gremita, la causa scatenante del caos che ha provocato i sei morti. Il ragazzo è in stato di fermo a seguito del ritrovamento di cocaina nella sua casa. Poco fa altre due persone, un ventisettenne di Fano e la fidanzata, sono state arrestate con l’accusa di possesso di droga. L’ipotesi è che alla Locanda Azzurra operasse una banda di giovani rapinatori.
L’inchiesta della Procura di Ancona, coordinata dal procuratore capo Garulli e il sostituto Gubinelli, sta verificando intanto il sistema di sicurezza della discoteca, in particolare il numero di ospiti e il sovraffollamento denunciato da tanti. Infatti ieri è stato ascoltato anche Gianni Ermellini, il responsabile dei buttafuori della discoteca. Mentre uno dei bodyguard in servizio quella sera ha raccontato: «Secondo me c’erano troppe persone. Era la prima volta che lavoravo in quel locale e dentro la sala, avevo sempre lavorato come addetto alla sicurezza esterna. Mi arrivavano le comunicazioni che continuava ad arrivare gente, ma secondo me era troppa».
Resta ancora irrisolto il nodo tra i biglietti venduti, i ticket staccati, la capienza del locale e numero di sale effettivamente aperte. Non si esclude un escamotage dei gestori per evitare la denuncia di pubblica sicurezza richiesta per i concerti e omettere così parte dei controlli necessari.
Intanto la città onora il lutto e nel Liceo Medi, frequentato da Asia Nasoni, deceduta venerdì notte a 14 anni, sventola uno striscione: “Da un concerto si esce senza voce, non senza vita. Il Liceo Medi ricorda Asia, Emma, Benedetta, Mattia, Daniele, Eleonora”.