Carlo Ancelotti nuovo ct della Nazionale. Per ora è soltanto un’ipotesi, dopo qualche contatto ufficioso. In realtà né la Figc né il diretto interessato, al momento, hanno compiuto la prima mossa, ma il sasso nello stagno è stato lanciato da un intermediario federale.
Voci insistenti indicano Michele Uva, dg della Federcalcio e vice presidente Uefa, come l’uomo che darà inizio alla trattativa vera e propria, considerati i buoni rapporti con l’ex tecnico del Bayern Monaco. Ma il sentiero che porta a un «sì» è abbastanza impervio, anche se non impraticabile. Più che il compenso, per l’allenatore emiliano la vera difficoltà risiederebbe innanzitutto nel realizzare uno svecchiamento di idee che prescinda dalle persone, anche se ritiene che difficilmente chi ha governato finora possa esprimere un reale rinnovamento.
Dopo la debacle con la Svezia, del resto, è ineludibile la necessità di ripensare l’universo calcio, anche se la profondità del cambiamento fa a pugni con l’urgenza malcelata dal numero due di Federcalcio Renzo Ulivieri, che vede in Ancelotti l’uomo giusto per rimettere in corsa l’Italia in breve tempo. Secondo il vice presidente infatti, serve “un allenatore che faccia calcio nel poco tempo a disposizione. Deve avere personalità, presenza, deve saper reggere alla critica perché la figura del ct è sovraesposta da un punto di vista mediatico”.
Politica, business, strutture: gli argomenti di discussione non mancano. Ventura esonerato dopo la trattativa sulla buonuscita da 700mila euro, la posizione di Tavecchio che rifiuta di dimettersi e auspica di trovare un uomo della provvidenza con cui rifarsi l’immagine.
Gianluca Vialli, ex attaccante e commentatore sportivo, elenca una serie di punti da cui iniziare: “La questione degli stadi di proprietà è vitale per le finanze delle società. Bisogna poi vigilare su tutte le componenti interne: i club vanno tutelati anche dal punto di vista commerciale”. L’ex bandiera della Sampdoria rilancia: “Bisogna ripartire dalla tecnica. La Nazionale deve tornare a rappresentare l’élite. Non si possono giocare bene 25 minuti in campionato e ritrovarsi la maglia azzurra addosso”.