HomeCronaca AMMINISTRATIVE/1 Astensionismo e rimonta del Pd. A Roma ballottaggio tra Marino e Alemanno

AMMINISTRATIVE/1 Astensionismo e rimonta del Pd. A Roma ballottaggio tra Marino e Alemanno

di marco.potenziani28 Maggio 2013
28 Maggio 2013

Proprio nel momento in cui il Pd attraversa una fase cruciale del suo percorso, il centrosinistra dà timidi segnali di ripresa nei risultati delle amministrative. Retrocedono il Pdl ela Legache perdono importanti roccaforti e va sotto radice il consenso del M5S, all’interno del quale esplode la polemica. Il primo partito che emerge dalle urne è quello del non voto: solo il 52% circa degli aventi diritto si è recato alle urne a Roma – appena il 62% il dato nazionale -, con un calo del 20% rispetto alla precedente tornata. Il meno 20% a Roma è un indice di disaffezione che suona come un rifiuto per la politica che va oltre la delusione dell’elettorato.
Il Campidoglio. A Roma Ignazio Marino se la vedrà al ballottaggio con il sindaco uscente Alemanno ma con un distacco di partenza di oltre dieci punti. A Roma il candidato cinquestelle è lontano da Marino circa 30 punti, e ha ottenuto la metà dei voti delle politiche.  Si sospetta che proprio i cinque stelle siano andati ad ingrossare le fila dell’astensionismo. Alle spalle di Ignazio Marino, dopo un tour in solitaria, c’è tutto il partito che già si era ricompattato venerdì scorso a San Giovanni e e che ora serra le fila per l’ultimo sprint. A cominciare dal governatore Zingaretti, l’uomo della vittoria alla Regione Lazio che in tanti volevano al Campidoglio, convinti che avrebbe chiuso i giochi con più facilità. Alemanno invece si è ricandidato quando nessuno credeva potesse tentare il bis in Campidoglio, eppure come cinque anni fa contro Rutelli, si torna al ballottaggio. Anche se fermandosi a un terzo degli elettori, distanziato di 13 punti, il tanto bistrattato astensionismo potrebbe rivelarsi un alleato più che un nemico. I Cinquestelle intanto promettono di fare opposizione, come in Parlamento e in Regione. Nessuna collaborazione e nessuna indicazione di voto, anche se De Vito pensa a “una consultazione on line”. Marchini invece alza il prezzo: “Non farò il vice di nessuno ma daremo una grande attenzione ai programmi e ai valori”. Eppure era sceso in politica per raccogliere attorno a lui tutti i delusi da Alemanno.
Il dato nazionale. Il centrosinistra è in vantaggio in tutti e sedici comuni capoluogo interessati dal voto, diversi i ballottaggi quasi tutti tra Pd e Pdl con l’eccezione significativa di Treviso e Lodi, tradizionali ‘feudi’ della Lega, dove il candidato del Carroccio dovrà vedersela con quello del centrosinistra. Il risultato del primo turno – soprattutto quello di Roma – sarà un balsamo anche per Letta che acquista maggiore forza nei confronti del Pdl uscito ridotto nei consensi nel duello per il Campidoglio e per importanti capoluoghi italiani. La ripresa di vitalità del Pd ricorda quanto è successo alle regionali in Friuli Venezia Giulia, dove la candidata del Pd Debora Serracchiani vinse sul governatore uscente Renzo Tondo. “Io e Marino abbiamo vinto nonostante il Pd”, commenta infatti la governatrice friulana sottolineando quanto i risultati migliori vengano raccolti dagli amministratori locali distanti dalla posizione ufficiale del Partito. Il presidente del consiglio Enrico Letta trarrà certo giovamento da questi dati perché Berlusconi, che continua a comportarsi come l’azionista principale nella maggioranza e detta l’agenda del governo, ora dovrà ripensare la sua influenza. Letta sentirà certamente meno di prima la pressione dei grillini che continueranno a strillare via web ma che oggettivamente hanno dimostrato di avere meno appeal di quanto sembrava alle politiche: l’exploit di Pizzarotti a Parma lo scorso anno sembra dunque solo un ricordo.
I ballottaggi. A Roma il 9 e 10 giugno i cittadini saranno chiamati a scegliere tra Ignazio Marino, al 42,8% e Gianni Alemanno fermo al 30,2%.  Sempre nel Lazio a Viterbo è ballottaggio tra Leonardo Michelini del Pd (35,5%) e il sindaco uscente del Pdl Giulio Marini (27,09%). A Brescia, testa a testa fra Emilio Del Bono (centrosinistra) e Adriano Paroli, centrodestra, rispettivamente al 38,2% e al 37,9%. A Vicenza, invece, netta affermazione del centrosinistra: Achille Variati, con il 53,6%, vince al primo turno contro la leghista Manuela Dal Lago (27,2%). Vittoria del Pd anche a Imola, dove Daniele Manca con il 53,59% diventa sindaco battendo il candidato grillino Claudio Frati, fermo al 18,9%. A Siena, nonostante lo scandalo del Monte dei Paschi, si afferma il candidato sindaco del Pd Bruno Valentini che con il 41,3% va al ballottaggio con quello del centrodestra Eugenio Neri (22,7%). A Imperia il democratico Carlo Capacci con il 46,73% ha la meglio su pidiellino Erminio Annoni (28,81). Nella città ligure è emblematico anche il crollo del M5S, passato dal 33,6% delle politiche ad appena l’8,8% delle amministrative.

 Marco Potenziani

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