Il colosso online di Jeff Bezos sotto accusa. Lo Yad Vashem, l’Ente nazionale per la Memoria della Shoah di Israele, ha chiesto ad Amazon di impedire sulle proprie piattaforme la vendita di libri negazionisti che smentiscono lo sterminio degli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale. Il problema non riguarda i paesi in cui è vietato confutare l’Olocausto: in Italia, ad esempio, Amazon non vende libri del genere, in quanto l’anno scorso è stato introdotto il reato di negazionismo. Per adesso Amazon non ha divulgato nessuna risposta ufficiale, ma secondo il direttore delle biblioteche dello Yad Vashem, Robert Rozett, in passato si sarebbe già rifiutato “di oscurare materiale offensivo in nome della libertà di espressione”.
Nella lettera inviata da Robert Rozett a Jeff Bezos, l’Israele chiede di “arginare la diffusione dell’antisemitismo in un momento che vede questo fenomeno nuovamente in espansione nel mondo”. Il Times of Israel, quotidiano israeliano, riporta alcuni dei titoli di libri in vendita su Amazon negli Stati Uniti ed in altri paesi, come “Did Six Million Really Die?” e “The Six Million: Fact or Fiction?”. Si trova anche la versione inglese de “Il mito dello sterminio ebraico” di Carlo Mattogno, maggior esponente del negazionismo italiano. Altri suoi libri sono reperibili anche nella versione italiana di Amazon, su cui vengono comunque venduti saggi che riguardano teorie negazioniste.
“Già da molti anni la letteratura che nega l’Olocausto è recuperabile liberamente su Amazon, molti titoli sono accompagnati da critiche entusiastiche di lettori e da consigli di approfondimenti dello stesso stile”, ha affermato Robert Rozett in un’intervista al Jerusalem Post. “Facilitare la disseminazione di idee cariche di odio è quanto meno irresponsabile”, ha aggiunto il direttore delle biblioteche dello Yad Vashem, secondo cui Amazon “non può esimersi dalle proprie responsabilità”.