All’Ama, azienda municipalizzata preposta alla raccolta dei rifiuti nella capitale, si esaminano numeri con l’obiettivo di riorganizzare e curare una struttura che ha accumulato enormi passività. Come ormai noto i conti non tornano né sul versante finanziario, con il pesante passivo di bilancio, né sul fronte organizzativo interno. I numeri sono stati illustrati nel corso dell’audizione convocata dalla commissione Ambiente di Roma Capitale. Così Daniele Fortini, presidente e amministratore delegato di Ama, ha elencato le criticità dell’azienda che maggiormente influiscono sul bilancio e la produttività. Quasi in contemporanea Estella Marino, assessore comunale all’Ambiente, riferiva in Senato sulla questione rifiuti e sullo stato di salute della municipalizzata romana.
Capitolo assenze sul lavoro: oltre il 18% dei dipendenti ogni giorno non entra in servizio. Un dato assai allarmante per una realtà da circa 8.000 dipendenti. Va però precisato che della stima indicata da Fortini circa il 10% delle assenze è dovuto a ferie, infortuni sul lavoro e permessi straordinari mentre oltre l’8% delle assenze giornaliere è da attribuire ai lavoratori che rimangono a casa per malattia. I vertici Ama puntano al confronto con i sindacati per individuare le contromisure adatte ad arginare l’emorragia di lavoratori.
Capitolo debiti: per bocca dello stesso a.d. Fortini emerge che la municipalizzata ha un indebitamento complessivo di 650 milioni di euro. Oltre 150 milioni di euro le esposizioni con i fornitori. L’Ama è inoltre fortemente indebitata con grandi istituti di credito. Ogni anno corrisponde loro oltre 30 milioni di euro per oneri finanziari. Con il commissariamento aziendale alle porte dirigenti, sindacati e operatori sperano ancora nel rilancio di una strategia industriale che porti all’incremento della produttività.
Emanuele Bianchi