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Alternanza scuola-lavoro
quando la "Buona Scuola"
diventa cattiva

di Valerio Toma13 Febbraio 2017
13 Febbraio 2017

Il primo anno di alternanza scuola-lavoro non prende la sufficienza ed è rimandato a settembre. Questa volta però, non sono i professori a giudicare, ma gli stessi studenti. Il programma rientra nella riforma della “Buona Scuola” con la legge 107/2015. L’obiettivo del governo è quello di inserire il sistema duale scuola-lavoro, allineando la formazione professionale degli studenti italiani con quella dei paesi del nord Europa. In totale sono 400 ore di stage non retribuito per gli studenti tecnici e 200 ore per i licei. Il monte orario è spalmato in tre anni ed è obbligatorio per raggiungere la maturità. E fin qui tutto molto interessante. Ma a sentire gli studenti non sembra così.

La voce degli studenti. «Crediamo che l’alternanza scuola-lavoro, essendo una metodologia didattica per definizione, possa davvero essere quel ponte fra il sapere e il saper fare, ma senza tutele non può rispondere a questo ruolo», spiega Aksel Nikaj responsabile nazionale dell’Unione degli Studenti per la alternanza scuola-lavoro. Dalle indagini dell’Uds emergono dati e testimonianze poco rassicuranti. Ecco che alle tre di pomeriggio i ragazzi del liceo Galizzi di Nocera si trovano a raccogliere i pomodori, e meno fortunati sono gli studenti del liceo Salvemini di Sorrento, che puliscono frantoi e scaricano merci. Lavori che sembrano poco pertinenti a un giovane studente di un liceo.

Dello stesso parere è Luca rappresentante d’Istituto del liceo Dante Alighieri di Roma: «Nessuno sa mai cosa si va a fare e nessuno prende seriamente i progetti». Mentre racconta la sua esperienza dalle sue parole traspare delusione e rabbia: «Una settimana di scuola saltata dalle 9 alle 16 per 5 giorni per fare un power point su questioni riguardanti l’Eni. Un tema interessante, ma nel pratico è stato una presa in giro perché potevamo farlo in due ore a casa».

«Disorganizzazione a palate» commenta Alessandro del liceo scientifico L.B Alberti di Cagliari. «Per ora quest’anno non è andata in porto nessuna convenzione con le aziende – aggiunge lo studente – i professori ci hanno proposto recensioni di libri scientifici, ma ancora non sappiamo se la scuola li acquisterà».

L’indagine. Lo scorso ottobre la fondazione “Giuseppe di Vittorio” ha presentato un’indagine sul monitoraggio delle esperienze dell’Asl nelle scuole italiane. Dal campione di 205 istituti emerge che uno studente su quattro (10%) ha partecipato soltanto ad attività propedeutiche senza esperienza lavorativa. Questa tendenza è confermata dall’inadeguata organizzazione scolastica: il 76,9% non ha attivato laboratori territoriali per l’occupazione. Complicato anche il rapporto tra scuole e aziende: il 57% delle convenzioni si basa sull’occasionalità senza un progetto di ampio respiro.

La parola al governo. Il primo anno di alternanza scuola lavoro ha comunque garantito una partecipazione molto ampia.  652.641 sono infatti, gli studenti che hanno partecipato a percorsi dell’alternanza scuola-lavoro. Numeri importanti se confrontati con l’anno 2014/2015, quando i partecipanti erano 273.000. Il progetto ha segnato un +139% di ragazzi interessati.

È il segno che le buone prospettive ci sono e per quest’anno il governo ha già attuato nuove misure. Come i cosiddetti “campioni di alternanza”: un programma che comprende 16 grandi aziende, che darà la possibilità a 27 mila studenti di svolgere un percorso performativo. Tra le aziende compare anche il colosso dei fast food McDonald, che vuole promuovere le soft skill, ovvero: “quelle competenze di carattere relazionale e di comunicazione interpersonale fondamentali per approcciare al meglio il mondo del lavoro”.

Ma a quanto pare i Big Mac, visti da questa prospettiva, non affascinano tanto gli studenti. «Un posto di lavoro sottopagato e sfruttato, in un’azienda che non rispetta le norme ambientali e i diritti dei lavoratori». Risponde così l’Unione degli studenti, che si dichiara «pronta a boicottare le esperienze di programma McDonald’s, Eni e Zara»

Non è d’accordo il Miur che ribatte: «McDonald’s può mostrare alle studentesse e agli studenti come viene gestito il processo di approvvigionamento per circa 500 ristoranti in Italia, come si garantisce la sicurezza alimentare in un gruppo di queste dimensioni e spiegare l’imprenditorialità attraverso il modello del franchising».

Blitz studenti contro progetto alternanza scuola lavoro firmato tra Mc Donald e Regione Lombardia presso il fast Mc Donald di Piazza San Babila (Claudio Furlan, MILANO – 2016-11-05)

Il governo ha di recente predisposto una cabina di regia nazionale in collaborazione con il Ministero del lavoro: un “luogo tecnico” in cui far dialogare tutti gli attori per coordinare le attività di alternanza su tutto il territorio nazionale. A sentirsi esclusi dal progetto sono le rappresentanze studentesche, ma il Miur assicura il contributo di tutti gli stakeholder: «Quello delle rappresentanze studentesche, simboleggiando chi queste politiche le vive sulla propria pelle, è un contributo indispensabile».

Oltre alla cabina di regia il governo predisporrà una Carta dei diritti e dei doveri delle studentesse e degli studenti, che tarda però ad arrivare.

«L’alternanza è didattica, orientamento e consapevolezza- spiegano dal Miur- permette ai ragazzi di capire come funziona un’azienda». Per il ministero l’alternanza sarà il giusto alleato contro la disoccupazione giovanile, oggi al 40%. Non ci resta che aspettare.

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