Sono quasi in trecento e tra meno di un mese rischiano di restare senza lavoro. Si tratta degli impiegati dell’Almaviva Contact, società che per anni ha gestito, per il Comune di Roma, il call center “060606 Chiama Roma”, quel servizio al quale tutti possono rivolgersi per dissipare dubbi e avere indicazioni di qualunque tipo: dall’apertura dei varchi del centro storico, alle contravvenzioni, agli spettacoli. Un call center che tutte le amministrazioni, di destra e di sinistra, hanno sempre mantenuto anche perché nasconde spesso le pecche comunicative del Comune.
Ma da aprile i lavoratori di Almaviva Contact saranno sostituiti da quelli dell’Abramo Customer Care, vincitrice di recente del nuovo bando. Tanto basta, dunque, per allertare i sindacati che vogliono vederci chiaro su alcune procedure giudicate “irregolari” e da mesi protestano contro il primo cittadino Ignazio Marino, poiché preoccupati da un’eventuale delocalizzazione del lavoro da parte della nuova azienda. Lunedì pomeriggio, un gruppo di dipendenti Almaviva ha organizzato un sit-in al Campidoglio, proprio durante un consiglio comunale, per fare pressione sulla giunta affinché compia un passo indietro.
«Una gara affidata con un forte ribasso – afferma un lavoratore durante il presidio – stiamo parlando di un 30 per cento». Il timore è che quindi un tale risparmio di spesa sia possibile solo delocalizzando la sede operativa in paesi dove il costo del lavoro è inferiore. «Un operatore italiano costa 18 euro – aggiunge un’altra dipendente allarmata – mentre in Albania costa 3 euro. Ma Marino è sindaco di Roma o di Tirana? ».
«Oltre al timore della delocalizzazione in Albania dove Abramo ha una sede – aggiunge un’altra dipendente – al momento c’è da considerare che il Servizio 060606 di Roma Capitale verrà gestito dalla sede di Abramo di Crotone. E abbiamo qualche dubbio che i crotonesi possano destreggiarsi con la viabilità romana e con le più generali problematiche della capitale, ad esempio su Atac e Ama».
Tuttavia il primo cittadino, già alcuni mesi fa, è intervenuto per rassicurare i sindacati, comunicando che l’Abramo manterrà uffici nella capitale e sarà disponibile ad assumere lavoratori in caso di licenziamenti da parte dell’Almaviva, pur non essendo prevista nel bando la cosiddetta “clausola sociale”. Di diverso avviso sono però i sindacati che nei giorni scorsi hanno incontrato membri dello staff della presidente della Camera Laura Boldrini. La richiesta è quella di un tavolo di confronto con il Comune di Roma. «Fino a questo momento – spiega Stefano Cardinali di Slc-Cgil – di fronte alle nostre richieste rileviamo il silenzio assordante sia dell’amministrazione comunale sia della nuova azienda affidataria della commessa».
Roberto Rotunno