Degrado delle costruzioni, abusivismo, occupazioni di case popolari, campi rom divenuti centro di smaltimento illecito dei rifiuti. Questi sono soltanto alcuni dei problemi portati alla luce dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sulle periferie urbane. Il governo, tramite una serie di accordi con le varie città, ha già stanziato cinquecento milioni di euro, ma sembrano non bastare alla riqualificazione. «Bisogna rendere stabile il finanziamento delle periferie con un investimento di almeno 20-25 miliardi» afferma Roberto Morassut, vicepresidente Pd della commissione.
Milioni di italiani nel degrado– La Commissione ha quantificato in 15 milioni il numero di cittadini italiani che vive in zone periferiche abbandonate all’incuria. Sul tema si è espresso anche il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, che stamattina è andato a Viterbo per la firma del bando che garantisce 22 milioni al comune per il miglioramento dell’area del Poggino. «Investire nelle periferie è un progetto a cui il governo tiene: due anni fa abbiamo varato il bando, approvato 120 progetti con 3,8 mld di risorse complessiva tra privato e statale. Oggi a Viterbo parte la fase due perché la convenzione prevede nuovi accordi con quasi cento città» ha dichiarato il premier. Gentiloni si è inoltre soffermato sull’obiettivo chiaro dell’esecutivo, valorizzare il patrimonio cittadino. «Degrado e abbandono non possono essere determinati dalla distanza tra centro e periferia. Bisogna andare nelle zone che possono essere migliorate, e sfruttare le potenzialità di pubblico e privato».
Questione edilizia– Tra le maggiori difficoltà in queste aree urbane appare evidente una profonda incuria delle edifici realizzati negli ultimi cinquant’anni. Le scelte architettoniche poi non sono state particolarmente oculate: costruzioni come le vele di Scampia, lo Zen a Palermo o le Dighe di Genova, volute per fermare l’emergenza abitativa, assomigliano a grandi cattedrali nel deserto da dove la gente fugge. Infine, ultima ma non meno importante, la questione delle occupazioni abusive. Il governo chiederà un intervento per fermarle, ma il fenomeno è ormai dilagante: nel centro e nel sud italia il 30-40% delle case popolari sono occupate da abusivi, con punte del 100% a Palermo.