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il derby tra passato e futuro
lo vince il Sì

Alla Leopolda 7
il derby tra passato e futuro
lo vince il Sì

di Marina Lanzone07 Novembre 2016
07 Novembre 2016

La Leopolda è finita da un giorno: Firenze si è svuotata ma non è calato il silenzio. Come prevedibile l’argomento referendum è andato per la maggiore.

«Siamo ad un bivio, è il derby tra passato e futuro, tra cinismo e speranza, tra rabbia e proposta, tra nostalgia e domani – ha detto Matteo Renzi sul palco nella giornata di chiusura, continuando la campagna per il Sì -. Ieri abbiamo razionalmente smontato tutte le bufale del No ma a loro non basta. Sanno che il 4 dicembre è l’ultima occasione per tornare in pista».

E qui arriva pronta la reazione di Berlusconi in un videomessaggio rivolto agli italiani all’estero. «Il nostro Paese avrà meno efficienza e meno democrazia. Per questo sono qui ad invitarvi a non perdere l’occasione che avrete per far sentire la vostra voce (la riforma Costituzionale toglierebbe la possibilità di eleggere dei rappresentanti all’estero al Senato ndr) e votare un deciso e responsabile No. Ne va della nostra Patria comune, ma anche del vostro diretto interesse di Italiani all’estero». «L’Italia è un Paese economicamente solido – ha aggiunto il leader di centro destra – . Non ha nulla da temere dal respingimento di una riforma della Costituzione che risponde non al bene dell’Italia ma soltanto all’interesse politico di un partito».

«Silvio Berlusconi ha detto: questa riforma rischia di creare un uomo solo al comando. Ma è meravigliosa questa considerazione – ha controbattuto il premier -. Avevano fatto una riforma in cui il presidente del Consiglio poteva persino sciogliere le camere. Noi non gli abbiamo dato un potere in più».

È tornata in campo anche la riforma elettorale, argomento imprescindibile. «Mi preoccupa l’incrocio tra il referendum e l’Italicum, con un “governo del capo” e parte del Parlamento nominato – ha detto Luigi Bersani davanti ai cornisti palermitani-. Non sto parlando di noccioline. Non posso tollerare questo rischio. Mi spiace». Nonostante la minoranza dem la pensi come lui, qualche cambiamento c’è stato: Gianni Cuperlo ha abbracciato la causa. «Abbiamo dimostrato che anche la minoranza più ragionevole del Pd è con noi – ha detto ieri Renzi a Firenze-. Ormai è chiaro che chi vota No prende un’altra strada».

E la via scelta è far cadere il governo Renzi che nel backstage della Convention ha ribadito: «Si è capito che io vado avanti solo con il Sì? E che se perdo mi dimetto, perché non ho nessuna intenzione di restare a Palazzo Chigi per farmi rosolare?». Dello stesso parere il capogruppo dem, Ettore Rosato che vede le urne come unica possibilità con la vittoria del No. Sereno o coraggioso invece Angelino Alfano: «Quelli che votano No perché sperano in un nuovo governo, ma che per anni hanno detto di voler cambiare le cose come ci apprestiamo a fare con la riforma, votino sereni per il Sì perché tanto il governo non cade».

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