Da ieri sera è ufficiale: il gol di Milinkovic in Lazio-Inter ha aperto gli scenari di una lotta a tre per lo scudetto. Qualcosa di impensabile a settembre, quando i favori del pronostico erano tutti per la Juventus, con il Napoli reduce da un secondo posto e l’Inter rivitalizzata da un mercato imponente come papabili rivali più accreditate. I bianconeri di Sarri sono rimasti lì, i partenopei hanno ampiamente deluso le aspettative mentre i nerazzurri inseguono adesso a tre punti.
A condurre le danze è sempre la Juventus. I bianconeri sono abituati all’alta quota, da otto anni esatti. Non brillano fisicamente, ma Cristiano Ronaldo è un autentico trascinatore. Hanno il chiodo fisso della Champions League ma la testa è ancora al campionato. Gli schemi tanto cari a Sarri non sono stati ancora assimilati e questo sembra lasciare spazio a una contesa che mancava da quasi un decennio.
Al secondo posto si è isolata la Lazio. A settembre qualcuno avrebbe sorriso al solo pensiero, eppure i biancocelesti sono lì, con il miglior assistman del campionato, Luis Alberto, e il capocannoniere della serie A, Ciro Immobile. Ieri la consapevolezza di aver cambiato gli obiettivi stagionali: c’è anche la Lazio per la lotta allo scudetto.
Il 2-1 incassato all’Olimpico fa male ad Antonio Conte, che resta comunque in alto. L’ex ct della Nazionale può vantare la migliore coppia gol della serie A, Lautaro-Lukaku. L’acquisto di Eriksen potrebbe essere la chiave di volta per ambire al primato, mentre la grana Handanovic rischia di lasciare strascichi negativi tra i pali nerazzurri.
La sensazione è che saranno decisivi gli scontri diretti. Due settimane a Juve-Inter, poi ci sarà Juve-Lazio. Sarri ha in casa i match point, ma davanti ha due allenatori che non conoscono la paura: Conte, da sempre battagliero, e Inzaghi, stratega dei cambi. Una sola certezza: al fischio finale di Rocchi un filo ha collegato Milano, Roma e Torino. Due delle tre, alla fine di tutto, resteranno deluse.