NEWS ANSA

Sito aggiornato alle 13:20 del 22 novembre 2024

HomeEconomia Alitalia, “Non c’è soluzione di mercato per Patuanelli”. Ipotesi ma nessuna certezza

Futuro Alitalia, Patuanelli
"No soluzione di mercato"
Atlantia fuori dalla cordata

Conte spera in Lufthansa, i 5S nell'Iri

Ipotesi scorporo della compagnia

di Laura Bonaiuti27 Novembre 2019
27 Novembre 2019

Code di aerei affiancati Alitalia Air France all'aeroporto di Fiumicino, 18 ottobre 2013. Sono 143, tra arrivi e partenze, i voli cancellati all'aeroporto di Roma Fiumicino a causa dello sciopero generale che interessa anche il comparto aereo. ANSA/ TELENEWS

“La soluzione di mercato non c’è”. Bastano queste poche parole pronunciate ieri da Stefano Patuanelli, ministro dello Sviluppo economico in quota 5 Stelle, davanti alla commissione Industria del Senato: al momento si fatica a trovare una soluzione per il controverso caso Alitalia. Dopo la mancata presentazione dell’offerta d’acquisto, la compagnia quest’anno perderà 600 milioni e ha già bruciato i 900 milioni del cosiddetto prestito statale, concesso dal governo Gentiloni.

Atlantia si è tirata fuori dai giochi, dichiarandosi non più disponibile a costituire un consorzio con Ferrovie dello Stato e la compagnia americana Delta. E il governo si trova davanti a diverse ipotesi su come proseguire, in tempi più brevi possibile, per scongiurare il peggio. In ogni caso non si potranno del tutto evitare pesanti ricadute sia per i lavoratori sia per le casse dello Stato: ricadute statali già ci sono state, perché, in questa ultima crisi della compagnia di bandiera, successiva all’uscita di Etihad, la pioggia di soldi pubblici è arrivata, tramite due prestiti ponte del ministero del Tesoro, a oltre 1,2 miliardi di euro.

Patuanelli ha avanzato un possibile ritorno all’Iri, l’istituto per la ricostruzione industriale: “Se serve, assolutamente sì. Siamo disposti a farlo in un momento in cui è necessario proteggere le nostre imprese e la produzione industriale del Paese”. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte spera invece in un intervento di Lufthansa che potrebbe unirsi a Ferrovie dello Stato e Delta. Anche se il ministro insiste: Alitalia “è una compagnia troppo grande per essere piccola e troppo piccola per essere grande. Ha una dimensione che in questo momento il mercato fa difficoltà ad accettare. Stiamo valutando diverse opzioni, certamente non è una proroga al consorzio che si stava costituendo, perché quella strada lì non c’è più”.

Sul piatto c’è anche l’opzione di scorporare la compagnia aerea in tre pezzi: la parte aviation (6.500 addetti tra piloti e assistenti di volo) – che sarebbe la fetta appetibile a cui punta Lufthansa -, la parte di assistenza a terra (3 mila addetti) e quella della manutenzione (200 addetti). Ciò non esclude gli esuberi, che potrebbero arrivare a quota 5mila cassintegrati.

In tutto ciò, il governo deve muoversi cercando di schivare le insidie dell’aiuto di Stato, vietato dalle norme dell’Unione Europea. La situazione resta in bilico.

Ti potrebbe interessare

logo ansa
fondazione roma
Carlo Chianura
Direttore delle testate e dei laboratori
Fabio Zavattaro
Direttore scientifico
@Designed & Developed by Bedig